L'età straniera
1° ed.
2019
Editore: Marsilio (28 febbraio 2019)
Lingua: ItalianoCopertina flessibile: 206 pagine
ISBN-10: 8829700010
ISBN-13: 978-8829700011
978-88-297-0001-1
SINOSSI
Leo non studia molto, ma è bravo a scuola. Non fuma tanto, ma un po’ d’erba sì. Ha una madre, Margherita, che lavora come assistente sociale e un padre che è stato matematico, è stato intelligente, è stato vivo l’ultima volta nel mare e poi è scomparso tra le onde con il pigiama e le ciabatte. Leo odia i pigiami, le ciabatte e non si fida più del mare, forse di nessuno. Odia tutte le cose fino a quando nella sua vita non arriva Florin, un ragazzino rumeno che non studia, non ha una casa, non ha madre né padre – o magari sì ma non ci sono – e si prostituisce. Florin si prostituisce e la madre di Leo decide di ospitarlo, sistemandolo nella camera del figlio, perché l’appartamento è piccolo e perché «forse potete farvi bene l’un l’altro». Leo che non ha mai fatto l’amore con nessuno e Florin che fa l’amore con tutti condividono la stessa stanza. Leo pensa di odiare Florin, che comunque è meglio di una cosa, è vivo. Leo è tutto cervello e Florin è tutto corpo: questo pensa Leo, che racconta la storia. La “scimmia” lo chiama, come una delle tre scimmiette: Iwazaru, quella che non parla. In realtà entrambi i ragazzi sono ancora forti di una fragile interezza, perché sono adolescenti e hanno ferite profonde ma corpi e sentimenti giovani. Comincia così, tutta storta, l’avventura del loro viaggio a occidente, fra estraneità e appartenenza: mistico per Leo – in continuo contatto con un tribunale immaginario che cerca di convincerlo di avere ucciso il padre – e fisico per Florin – in balia di uomini violenti in un mondo più violento ancora. Scritto in una lingua immaginifica e ironica, intelligente e musicale, L’età straniera racconta un mondo vocale: è nelle voci che questa storia e tutte le storie si sviluppano – le parole di Florin che mancano, quelle in cui Leo si rifugia.
Biografia
Marina Mander scrittrice triestina, vive a Milano. Tra le sue opere di narrativa:
Ipocondria fantastica (Editori associati – Transeuropa 2000, et al.
2012), Catalogo degli addii (et al. 2010), La prima vera bugia (et al.
2011, di prossima ripubblicazione presso Marsilio), tradotto in diversi
paesi europei e negli Stati Uniti, Nessundorma (Mondadori 2013,
finalista al Premio Rapallo-Carige), Il potere del miao. I gatti che mi
hanno cambiato la vita (Mondadori 2015). Ha scritto per Il Piccolo,
Vanity Fair e The New York Times.
RECENSIONE
Tutto è cominciato, a causa di una parola inaspettata, una parola fragile che ha bucato l'asfalto. Margherita (la mamma), il tassista Tango 12 (il compagno), Leo (il figlio di Margherita e del marito defunto), Florin (lo straniero, un ragazzo rumeno che, viene ospitato in casa), loro sono una famiglia di larghe vedute questo è un fatto, importante perchè, a forza di guardare più in là, è diventato sempre più difficile guardarsi negli occhi. A causa della politica, Florin e Margherita restano fuori dal progetto di inclusione. E allora Margherita decide di ospitare Florin a casa sua.
E' mattina è Margherita sta già pensando alla giornata che l'aspetta, spuntando voci di una lista mentale, con l'orribile sensazione che gli impegni l'avrebbero sommersa, non aveva idea che quella giornata le avrebbe cambiato la vita per sempre.
Nella speranza che il tempo cancelli le tracce del suo passato. I protagonisti vivono sotto la minaccia continua di due prospettive egualmente spaventose, anche se apparentemente opposte: la banalità ininterrotta di costruire muri e un terrore inconcepibile.
Florian è un ragazzo marchiato a fuoco sulla pelle. Non rivelava nulla sulla natura delle sue difficoltà, ma la sua volontà di resistere, di combattere contro ogni ostacolo e magari, un giorno, di superarli, ribolliva nelle pieghe più profonde della sua natura.
Certe volte non avrebbe desiderato altro, sentirsi abusato (Florin si prostituisce). Dal suo compagno, dalla vita, dall'entusiasmo, persino dal contrario, dalla disperazione, dall'alcool, dalle droghe, qualcosa che prendesse violentemente il sopravvento su di lui. O anche con dolcezza. Non importa come. Florian descrive la sua vita in questi termini. Soccombe a qualcosa. Poi ne esce fuori. Condanna e rimpiange la sua dannazione. Voleva dirglielo.
Certe volte non avrebbe desiderato altro, sentirsi abusato (Florin si prostituisce). Dal suo compagno, dalla vita, dall'entusiasmo, persino dal contrario, dalla disperazione, dall'alcool, dalle droghe, qualcosa che prendesse violentemente il sopravvento su di lui. O anche con dolcezza. Non importa come. Florian descrive la sua vita in questi termini. Soccombe a qualcosa. Poi ne esce fuori. Condanna e rimpiange la sua dannazione. Voleva dirglielo.
Mentre Leo si imbatte in una gradita
sorpresa: c’è un suo coetaneo, il fragile Florian, avviato verso un
futuro incerto. Tra i due ragazzi, estremamente sensibili e inquieti,
dopo l’iniziale diffidenza, si accende la curiosità: di ciascuno nei
confronti dell’altro, e di entrambi verso il misterioso mondo degli
adulti. Un ironico romanzo di formazione che mescola riferimenti di entrambi i ragazzi ancora forti di una fragile interezza, perchè sono adolescenti e hanno ferite profonde ma corpi e sentimenti giovani e, parodia del nostro tempo; una storia insolita e sagace che diventa un invito a riflettere.
Il caso sembrava averli messi, l'uno di fronte all'altro, e loro, senza parole e di comune accordo, avevano deciso di saltare l'abisso e incontrarsi nel bel mezzo del nulla, superando barriere, costruendo quel ponte impossibile da soli.
Florin un giovane abitato che, travolto da una vita di sacrifici e di dolori, finisce nel vizio e nell'abiezione. L'autrice registra, analizza e descrive quel sordido mondo, che sfrutta Florin, lasciando chiaramente intravedere il suo giudizio di donna e di cittadina: le vittime di abusi non sono dei viziosi da condannare, ma le vittime della società che sfrutta ignobilmente i più fragili e poi li uccide nello spirito oltre che nella carne e loro lentamente precipitano verso l'abiezione e la morte.
Il caso sembrava averli messi, l'uno di fronte all'altro, e loro, senza parole e di comune accordo, avevano deciso di saltare l'abisso e incontrarsi nel bel mezzo del nulla, superando barriere, costruendo quel ponte impossibile da soli.
Florin un giovane abitato che, travolto da una vita di sacrifici e di dolori, finisce nel vizio e nell'abiezione. L'autrice registra, analizza e descrive quel sordido mondo, che sfrutta Florin, lasciando chiaramente intravedere il suo giudizio di donna e di cittadina: le vittime di abusi non sono dei viziosi da condannare, ma le vittime della società che sfrutta ignobilmente i più fragili e poi li uccide nello spirito oltre che nella carne e loro lentamente precipitano verso l'abiezione e la morte.
Marina Mander (Autore), è capace di seminare il campo di inquietanti segni di suspense, che sono destinati a portare verso un inevitabile finale drammatico. E' un acuto studio psicologico e un
esercizio di finezza letteraria sulla prima irruzione del dolore, sulla
scoperta del sesso e sulla perdita dell’innocenza.