«È raro che l’arte raggiunga una perfezione così semplice.» The New York Times
Il posto
Annie Ernaux
traduzione di Lorenzo Flabbi
L'ORMA EDITORE
2014, pp. 120, brossura con alette
isbn 9788898038152 | collana: Kreuzville Aleph
SINOSSI
La storia di un uomo – prima contadino, poi operaio, infine gestore di
un bar-drogheria in una città della provincia normanna – raccontata con
precisione chirurgica, senza compatimenti né miserabilismi, dalla figlia
scrittrice.
La storia di una donna che si affranca con dolorosa tenerezza dalle
proprie origini e scrive dei suoi genitori alla ricerca di un ormai
impossibile linguaggio comune.
Una scrittura tesissima, priva di cedimenti, di una raffinata semplicità
capace di rendere ogni singola parola affilata come un coltello.
Il posto è un romanzo autobiografico che riesce, quasi
miracolosamente, nell’intento più ambizioso e nobile della letteratura:
quello di far assurgere l’esperienza individuale a una dimensione
universale, che parla a tutti noi di tutti noi.
DICONO DEL LIBRO:
29/09/2016
Il Manifesto
Annie
Ernaux si racconta in una lunga intervista sul rapporto fra
collettività e io narrante, sul lato fortemente etico (e femminista)
della scrittura e sulla percezione del corpo.
10/07/2016
Il Sole 24 Ore
Lo
splendido profilo di Annie Ernaux a firma di Goffredo Fofi in occasione
del Premio Strega Europeo e una recensione di Mémoire de fille,
aspettando la traduzione delL'orma a fine 2016...
05/07/2016
La Repubblica
L'inedito di Annie Ernaux letto la sera del Premio Strega Europeo al Festival Letterature di Massenzio.
20/10/2014
Satisfiction
Uno
di quei piccoli capolavori di poco più di cento pagine che ha il potere
di essere letto e interpretato in tante maniere diverse.
01/10/2014
Il Mucchio
"Il
posto" è lo spazio invisibile che separa gli esseri umani, quella
distanza che va a crearsi tra la vita delle persone e che la letteratura
può cercare di descrivere, senza poter colmare.
27/09/2014
Il Manifesto
Alessandra Pigliaru intervista Annie Ernaux in occasione del Festivaletteratura di Mantova.
07/09/2014
La Voce di Mantova
Una delle voci più autorevoli e amate della scena culturale transalpina.
07/09/2014
La Repubblica Firenze
Gaia Rau intervista Annie Ernaux in occasione della presentazione fiorentina de "Il posto" al Caffè Letterario delle Murate.
28/05/2014
Elle
In
questo romanzo breve ma intensissimo, una grande scrittrice racconta il
padre. Una minuscola perla, la storia di un uomo che portava la figlia a
scuola sulla bicicletta cantando.
21/05/2014
F
Un
libro sul padre, anzi meglio, un libro al padre. Come se l'autrice
cercasse di chiedere scusa della separazione, non affettiva ma di
classe, e tirasse fuori per la prima volta il suo senso di colpa per
quella sorta di tradimento.
11/05/2014
Il Sole 24 Ore
Tradire,
dal latino tràdere, significa prima di tutto "consegnare", "mettere
nelle mani di", ed è certamente questo il senso più profondo nascosto
nei testi di Annie Ernaux, a partire da Il posto.
27/04/2014
La Repubblica
Ecco
l'incapacità di vivere fino in fondo i dettami del nuovo mondo, basato,
oltre che sulla produzione, sul consumo del tempo libero. L'uomo
comprende che, in fondo, "si è più stanchi la domenica che gli altri
giorni".
14/04/2014
La Gazzetta di Mantova
La
storia non è diversa da quella che potremmo scrivere noi di nostro
padre. Le sue origini, i suoi sogni, il lavoro, il matrimonio, la
paternità. Però Annie Ernaux è una scrittrice e quindi insieme al suo
racconta anche i nostri padri e quelli di tutti, resi universali da un
linguaggio ridotto all'osso, che restituisce appieno il mistero del
rapporto tra padri e figli.
06/04/2014
La Stampa - TuttoLibri
Annie Ernaux è di sicuro la scrittrice più forte che abbiano i francesi.
04/04/2014
Internazionale
Parlando
di sè e dei suoi, Ernaux racconta un destino comune a milioni di
persone, nel corso del novecento, con assoluta sincerità, con pudore e
dolore.
01/04/2014
L'Indice dei libri del mese
La
percezione di questa zona grigia dell'esistenza assoluta, che nessuno
racconta, un'epica minore del vivere che l'autrice rende da una parte
universale, ma dall'altra incarna alla perfezione dentro un'epoca.
30/03/2014
Alias - il manifesto
"Forse scrivo", afferma, "perché non avevamo più niente da dirci". Riportare alla luce: questo è l'impegno profuso.
30/03/2014
La Sicilia
La
ricerca commovente di una famiglia del proprio "posto" nella storia, e
di una figlia nella società. L'Orma pubblica per la prima volta in
Italia un'opera preziosa che fece vincere all'autrice il premio Renaudot
(1982), e lo fa nella bellissima traduzione di Lorenzo Flabbi.
23/03/2014
Il Corriere della Sera
Il
padre che ci descrive Annie Ernaux è un uomo come tutti, un uomo al
quale non è accaduto nulla di speciale. Ma quanto più questa figura è
anonima, tanto più essa è lancinante. E lo è per la determinazione tutta
istintiva con cui la figlia ne impugna l'anonimità e dunque la gloria.
08/03/2014
Pagina 99
Una
storia minima. Come quella del padre, un uomo qualsiasi, per un romanzo
esile, appena 120 pagine, che ha assegnato alla Ernaux un posto di
primo piano nel panorama letterario francese.
07/03/2014
Il Venerdì di Repubblica
Un
ritratto scarno, senza artifici, struggente. Uno stile volutamente
piatto che non cerca la commozione e che pagina dopo pagina emoziona.
01/11/2016
Leggere donna
Un'ampia
e accurata riflessione monografica su soggetto e destino nei tre volumi
finora pubblicati in italiano dalL'orma editore di Annie Ernaux,
firmata da Elisabetta Roncoli
06/11/2016
Business Class Manager
Il posto è quello spazio vuoto che la letteratura cerca di colmare.
18/02/2017
A contrainte
L’attenzione
al linguaggio, specialmente alle parole, è centrale nel definire la
distanza che separa l’universo culturale del padre dalla sfera in cui
sta radicando e prendendo forma l’identità della figlia, il suo profilo
intellettuale e borghese. L’evoluzione della ragazza, e così il
superamento della soglia sociale che la porta un gradino sopra ai
genitori, supera infatti la cortina dell’apparenza posticcia con e nel
linguaggio.
23/05/2014
Radio Svizzera Italiana - Rete Due - Il Segnalibro
la
Ernaux eleva ad arte un'esistenza semplice, il ritratto di un uomo di
campagna, vissuto in un paese della provincia francese, in una visione
che va dal dopoguerra ai giorni nostri. Evitando qualunque
sentimentalismo l'autrice elabora il lutto della perdita di una parte
importante di sè: il rapporto con un genitore così diverso, estraneo e
nello stesso tempo amato e rimpianto.
02/05/2014
Rai Radio Tre Qui Comincia
Il buongiorno di Radio Tre con Annie Ernaux.
03/04/2014
Rai Radio Tre Fahrenheit
Loredana Lipperini racconta insieme a Paola Decina Lombardi e Chiara Pasetti Annie Ernaux e "Il posto".
23/06/2014
Il posto delle parole
Lorenzo Flabbi, ospite di Livio Partiti a "Il posto delle parole", racconta Annie Ernaux.
01/06/2014
Città Nuova
Il
tramonto della famiglia patriarcale com’era, la soggezione di un padre
per la figlia, cresciuta troppo colta, borghese e distante. Ma anche la
storia di ogni padre ed ogni figlia. Annie Ernaux è una delle scrittrici
più autorevoli del panorama letterario francese.
28/05/2014
Flanerì
Una
famiglia modesta in cerca del riscatto ma legata da un indissolubile
filo alle sue abitudini contadine e operaie, una figlia completamente a
disagio che lentamente smette di avere un dialogo con i suoi genitori e
rifugge le proprie origini. In apparenza è questa la chiave di lettura
del romanzo. In realtà Ernaux con quella che lei stessa definisce
scrittura “autosociobiografica” compone un capolavoro dove storia,
sociologia e letteratura si intersecano. Un libro che “parla a tutti noi
di tutti noi”.
26/04/2014
Il Recensore
Il
posto è la storia di un uomo qualunque, e dunque anche la storia
nostra, dei nostri nonni, delle loro fatiche e successi, di un mondo che
non ci appartiene più nella sua umiltà, nella sua gentilezza incapace
di ironia. Il mondo della “brava gente”, modesta, che non si permette di
desiderare qualcosa. E fatto di quelle cose piccole – “profumo di
ligustri in fiore a fine primavera, il nitido abbaiare dei cani in
novembre, le avvisaglie dei primi freddi” che, come scrive la Ernaux,
fanno dire con ipocrisia al mondo di chi comanda “a ogni modo quella
gente lì è comunque felice”.
13/04/2014
Lankelot
Leggo
le prime due pagine de "Il posto" in pochi minuti. Sono in piedi in
mezzo ad altri libri e ad altra gente. È solo l'inizio di una storia ma
vengo immediatamente folgorata da come la scrittrice maneggia le parole.
È lineare, sferzante, istantanea, secca, concisa. Non spreca una
sillaba, non impiega nulla di più di quanto sia necessario. Ed è
esattamente la mia idea di come si dovrebbe scrivere. Ormai è chiaro:
devo leggere "Il posto" di Annie Ernaux.
09/04/2014
Patria Letteratura
Ispirata
dalla triste occasione della morte, la scrittura riporta a galla questa
eredità abbandonata per meglio comprendere quelle dinamiche interne e
quelle contraddizioni, tipiche di ogni esperienza affettiva, che non
finiscono mai di comunicare aspetti e sfumature dimenticate – o
semplicemente mai osservate – e che attraverso la letteratura diventano
condivisione, patrimonio comune, spunto di osservazione, dialogo intimo e
collettivo.
08/04/2014
Roar Magazine
Considerato
un vero e proprio manifesto letterario adottato nelle scuole, "Il
posto" potrebbe essere definito un romanzo breve ma in realtà si tratta
del concentrato della vita della scrittrice che racconta di sé e del
rapporto/scontro con suo padre.
28/03/2014
ConAltriMezzi
Il
romanzo di Annie Ernaux riesce a dosare i pochissimi mezzi di cui si
serve e a costruire, attraverso di loro, una storia che forse non è
epica ma che certo è grande, allargata, capace di debordare dai suoi
confini e di mettersi in relazione con molte altre storie che la
precedono e la sovrastano e che parlano in primo luogo di noi, chiunque
noi siamo.
22/03/2014
Uil scuola Brindisi
Si
era fatto strada, “vicino alla miseria, poco al di sopra di essa”. A
raccontarcelo è la figlia, nella complessa percezione adolescenziale tra
affezione filiale, distacco generazionale e poi, il più grave, quello
culturale che si fa sociale e destabilizza “il posto” nella vita. Una
distanza di classe, ma particolare,
la loro - dirà Annie - che non ha nome. Come dell’amore separato.
12/03/2014
404 file non found
Ecco un libro che si legge in un’ora, un libro in cui è raccolta tutta una vita.
30/03/2017
La biblioteca di Babele
Linguaggio
semplice ma allo stesso tempo (e proprio per questo motivo) incisivo,
forte, senza slanci – slanci che, mancano anche in senso affettivo nella
ricostruzione del passato.
20/02/2017
Le Parole e Le Cose
Sul ruolo di transfuga (linguistica) di Annie Ernaux (e anche di Didier Eribon)
24/11/2016
Radiolibri
Il romanzo con il quale una grande autrice francese si è riaffacciata al pubblico italiano negli ultimi anni.
Diciamo riaffacciata perché Annie Ernaux si era già presentata al mercato editoriale in Italia con alcuni romanzi pubblicati da Rizzoli, che però erano passati in sordina.
Finché L’orma editore non ha riportato e ritradotto “Il posto”, a firma di Lorenzo Flabbi.
Diciamo riaffacciata perché Annie Ernaux si era già presentata al mercato editoriale in Italia con alcuni romanzi pubblicati da Rizzoli, che però erano passati in sordina.
Finché L’orma editore non ha riportato e ritradotto “Il posto”, a firma di Lorenzo Flabbi.
20/11/2016
The Midnight Magazine
Raramente
la brevità romanzesca si è distinta per una tale compattezza, costruita
sulla convivenza (apparentemente impraticabile) di una grande
complessità e profondità psicologica, e di una leggerezza quasi
distaccata, data dalla impeccabile (e personalissima) tecnica di
scrittura.
09/06/2016
Artnoise
È
un libro sull’allontanamento, su come sia facile in vita prendere le
distanze da un genitore, ed è anche salutare e auspicabile farlo.
05/03/2018
Una cosa piccola ma buona
Come
in tutti i libri di Ernaux, anche qui la scrittrice ricorre al ricordo,
cristallizzandolo attraverso il mezzo a lei più familiare, ovvero la
scrittura.
26/07/2017
Il mondo salvato dai libri
Vi racconto "Il posto" di Annie Ernaux, edito da L'orma editore
08/11/2016
Dodici e dodici
La
scrittura ha del miracoloso: evita il sentimento, il lirismo, il
compianto, eppure riesce ad essere intima, profonda, diretta,
straordinariamente vera.
01/09/2016
I libri sono viaggi
Bastano
righe come queste per far emergere l'intera vita di una persona senza
storia, tra le tante: prima contadino, poi operaio, infine gestore di un
bar-drogheria della provincia normanna, uomo del popolo, uomo senza
istruzione e modi da cittadino, vita sottomessa alla necessità.
01/07/2016
Artnoise
Fra i consigli di Luglio della Libreria Odradek: Il posto.
Lo stile è limpido e diretto. Pur essendo rapido, a tratti lapidario, continua a risuonare anche dopo la lettura: un’impressione netta, come un elastico troppo stretto che viene tolto e lascia un segno sulla pelle.
Lo stile è limpido e diretto. Pur essendo rapido, a tratti lapidario, continua a risuonare anche dopo la lettura: un’impressione netta, come un elastico troppo stretto che viene tolto e lascia un segno sulla pelle.
30/06/2016
Leggere tutti
Appropriarsi
di una sua identità, realizzando forse, l’unico desiderio del padre,
che la figlia potesse appartenere a quel mondo che lo aveva disdegnato.
11/07/2017
The bloody island
Un
amore incondizionato che negli anni non ha perso di intensità ma che
ovviamente si è scontrato con la maturità, con la rabbia per scelte non
condivise e non comprese e con la lucidità dell'età adulta.
18/09/2014
Gli Squadernauti
Il
posto (fr. place) è un luogo geografico dell’infanzia, è una posizione
sociale ambita, inseguita dal padre e poi raggiunta, con una sorta di
tradimento delle proprie origini, dalla figlia, un ruolo famigliare e
lavorativo, la classe, un posto nel mondo; è anche la considerazione di
ciò che si perde in nome di questa ascesa, di questa desiderata
appartenenza.
BIOGRAFIA AUTORE
ANNIE ERNAUX
RECENSIONE
Il suo papà era morto, lui non aveva potuto studiare. Anche senza licenza elementare aveva però saputo fare strada. Per quanto rozzo e di poca fantasia, benchè ormai fosse un uomo adulto, un autorevole padre di famiglia, infine gestore di
un bar-drogheria.
Che i tempi fossero cambiati rapidamente se n'era accorto eccome, anzi, era rimasto sconvolto nel trovarsi di fronte alla necessità di mutare abitudini adeguandosi a un quadro di riferimento sociale insolito. Alcune volte aveva addirittura la sensazione di trovarsi in un mondo in cui non fosse più possibile vivere.
Che i tempi fossero cambiati rapidamente se n'era accorto eccome, anzi, era rimasto sconvolto nel trovarsi di fronte alla necessità di mutare abitudini adeguandosi a un quadro di riferimento sociale insolito. Alcune volte aveva addirittura la sensazione di trovarsi in un mondo in cui non fosse più possibile vivere.
Per un istante egli allora sentì cos'è la vita: come un peso, un'ansia senza fine, come un lavoro interminabile che quando si crede di avere eseguito fino in fondo, bisogna sempre riprendere da capo; e intanto il caro tempo vola, e gli anni passano, e un giorno ci si ritrova stanchi, le forze non sono più quelle di una volta, e di ricominciare non si ha il fiato.
Guardo le sue mani, i pensieri attraversano la sua mente come meteore, giusto il tempo di vederne la direzione, poi svaniscono lasciandosi dietro una traccia dolorosa, si crea così una frattura sulle sue certezze, così trionfale nella conferma dei suoi dubbi. Il silenzio cala, quello che la mente crea per separare, distinguere, come albe dolci dopo notti insonni, nere e vischiose.
Guardo le sue mani, i pensieri attraversano la sua mente come meteore, giusto il tempo di vederne la direzione, poi svaniscono lasciandosi dietro una traccia dolorosa, si crea così una frattura sulle sue certezze, così trionfale nella conferma dei suoi dubbi. Il silenzio cala, quello che la mente crea per separare, distinguere, come albe dolci dopo notti insonni, nere e vischiose.
L’autrice instaurerà un rapporto contraddittorio e drammatico con il padre che non avrebbe mai voluto accogliere e che, nell’arco di breve tempo, la porta a un serrato confronto con il suo passato di insegnante di Lettere, sul piano professionale, ma
costellato di affetti tutti in fondo non realizzati. Nel corso di una
progressiva e inquieta presa di coscienza delle linee della sua
esistenza, l’autrice si confronterà con il rimorso, la malattia e
l’urgenza d’individuare la direzione del suo mestiere e della vita.
CITAZIONI DEL LIBRO
“Mi sono piegata al volere del mondo in cui vivo, un mondo che si sforza
di far dimenticare i ricordi di quello che sta più in basso come se
fosse qualcosa di cattivo gusto” (p. 68).
“nessuna gioia di scrivere, in questa impresa mi attengo più che posso a
parole e frasi sentite davvero (…) perché queste parole e frasi dicono i
limiti e il colore del mondo in cui visse mio padre, in cui anch'io ho
vissuto. E non si usava mai una parola per un'altra” (p.42)
“Forse il suo più grande motivo di orgoglio o persino la giustificazione della sua esistenza: che io appartenessi a quel mondo che lo aveva disdegnato”. (p. 106)
Naturalmente, nessuna gioia di scrivere, in questa impresa in cui mi attengo più che posso a parole e frasi sentite davvero, talvolta sottolineandole con dei corsivi. Non per indicare al lettore un doppio senso e offrirgli cos' il piacere di una complicità, che respingo invece in tutte le forme che può prendere, nostalgia, patetismo o derisione. Semplicemente perchè queste parole e frasi dicono i limiti e il colore del mondo in cui visse mio padre, in cui anch'io ho vissuto. E non si usava mai una parola per un'altra.
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