domenica 24 marzo 2019

RECENSIONE - NELL'OBLIO by FEDERICO AXAT - LONGANESI




NELL'OBLIO
 Traduzione di Claudia Marseguerra
LONGANESI EDITORE
Dettagli Cartonato
N° di pagine 416 
ISBN 9788830451544
  

SINOSSI

«Axat ha una scrittura ipnotica che seduce e inganna il suo lettore.»
The New York Times
 
E se al risveglio trovassi un cadavere sul pavimento del tuo soggiorno?

A ventisette anni, John Brenner ha già alle spalle un passato da alcolista e un divorzio, una separazione dolorosa dalla donna con la quale ha avuto una figlia che vede meno di quanto vorrebbe. Una notte, John si sveglia sul pavimento di casa sua senza ricordare nulla delle ultime ore, la mente annebbiata come nei giorni in cui beveva. Accanto a lui una bottiglia di vodka vuota, una pistola e il corpo esanime di una ragazza che non ricorda di aver mai visto prima. Nella sua testa rimbomba incessantemente una sola domanda: Sono davvero io l’assassino o è tutta una messinscena?  John, che è un uomo come tanti, non riesce a immaginare chi potrebbe volerlo incastrare per omicidio. Ma solo lui può trovare la risposta, nascosta nella sua stessa mente. Comincia così la sua ricerca quando un sogno ricorrente inizia a perseguitarlo. E insieme si riaprono le ferite del passato, obbligandolo a fare i conti con la disgrazia che ha colpito la sua famiglia molti anni prima, e con l’ingombrante figura di un fratello perfetto. Forse troppo…
Da una delle voci più magnetiche del thriller in lingua spagnola, un romanzo ipnotico e originale che ha conquistato pubblico e critica.

 Biografia Autore



Federico Axat è nato a Buenos Aires nel 1975. Laureato in ingegneria civile, ha lavorato per anni in America Centrale. Scrive da sempre per passione. Il suo romanzo d’esordio, Un altro da uccidere (Longanesi, 2016), è stato un vero e proprio caso editoriale ed è uscito in 35 paesi. Nell’oblio diventerà presto una serie tv.


 RECENSIONE
Che cosa ci fa una bottiglia di vodka vuota, una pistola e il corpo esanime di una ragazza che non ricorda di aver mai visto prima nel suo salotto? È la domanda che tormenta John Brenner. Lui ha già alle spalle un passato difficile, divorziato - spesso ubriaco per scelta -  non riesce a convincere nessuno della sua innocenza.
Cosa fare? Denunciare l'incidente alla polizia o nascondere il fatto. Dopotutto non c'è nessun testimone, pensa. E allora nascondere il cadavere e far finta che non sia successo niente. Dichiararsi innocente, anche se la sua situazione personale da alcolista non gioca a suo favore.

Le dita gli tremavano, incontrollate. Il respiro era breve e affannoso. Sembrava che in quella camera mancasse l'aria. John cercò di concentrarsi su ogni angolo della stanza che non fosse quella del delitto, ma come l'ago di una bussola, il suo sguardo tornava a cadere sempre su quel corpo inerte.
Quello era uno dei momenti dove non esiste nessun tasto per resettare tutto.

Non era riuscito a togliere tutto il sangue. Con un fremito di eccitazione pensò che nessuno sapeva cos'aveva fatto, nè cos'aveva in mente di fare dopo. Lui si sentiva sereno e su di giri, come se la vita di lei si fosse trasfusa nel suo corpo. Lui era bravo a capirle le persone. Aveva capito e ammaliato la donna che era morta il giorno prima?

Da allora, John ha aspettato l'occasione giusta per redimersi e ritornare sulla cresta dell'onda, e finalmente il momento è arrivato. Tuttavia quello che doveva essere una notizia sensazionale diventa ben presto un incubo.

Cos'altro dvrebbe fare? Lo sguardo di John è perso nel vuoto. Proiettato in un tempo al di là di ogni compromesso di comodo, quello che un tempo era un uomo integro, ora, non è capace nemmeno di rendersi conto dello stato in cui è ridotto e, se anche dovesse percepire qualcosa, di certo se la terrebbe per sè.

Un John mortificato che non sapeva dove guardare, mentre suo fratello annunciava una svolta storica. A quella verità dovevano seguire i fatti, per cui una parte dell'opinione pubblica lo avrebbe amato ancora di più, l'altra lo avrebbe odiato in maniera ancor più profonda.

Mark gli era stato vicino come forse nessun altro, ma nessuno poteva dire cosa stesse passando davvero per la testa ad un uomo forse, troppo perfetto. Fino a quel giorno, in cui il suo cervello era  morto. Si domanda anche lui cosa si potrebbe aspettare dall'oblio dell'oscurità? Ma John, tace.
La mancanza d'identità di John, diventa ancora più lampante se messo a confronto con il fratello Mark, una vita la sua che sfiora la perfezione. John non è sceso a patti con nessuno, fuorchè con se stesso. Aveva capito che per cambiare il mondo bisogna cambiare se stessi. John vuole che il mondo cambi affinchè, lui possa restare uguale.

<<Ma cosa crede quell'ubriacone?>>. Hanno il suo nome, l'indirizzo ... ma un alcolista è un alcolista, la logica va a farsi friggere. Sapeva che non lo avrebbero lasciato in pace, ma così, subito, subito, no! Dopo tempo trascorso a non assumere alcool, non ha ottenuto nessun risultato. E' una follia. Di certo è l'astinenza a renderlo isterico. Se potesse, in questo momento si prenderebbe a schiaffi, per come si è comportato.
Questa cosa lo sta mandando fuori di testa. Lo sguardo rivolto verso il cielo lascia ben pochi dubbi, così come il fatto che, oltre il sangue, sul pavimento si vede anche l'arma. Per un attimo Mark resta in silenzio, poi dice: <<Sto solo cercando di evitarti delle grane, se ancora non l'hai capito>>. John tacque e l'espressione sul suo viso non prometteva niente di buono. A giudicare dalle profonde occhiaie doveva essere rimasto sveglio tutta la notte.

Dopo l'omicidio, che appariva del tutto arbitrario (se si prescindeva dalla logica folle del colpevole) e per questo rendeva le indagini estremamente difficili, l'uomo tornava alla sua vita quotidiana di sempre senza ricordare più niente dell'accaduto.

Era come se la sua mente, dopo ognuno di questi attacchi di pazzia, facesse un reset completo. Il cervello è capace di molte cose, soprattutto quando è fuori controllo. Che cosa poteva dunque essere successo peggiore di così?

<<Non è colpa tua John>>, rispose Mark. <<Ma ti consiglio di non parlarne per telefono. Meglio l'assoluto silenzio sull'accaduto. Non è trapelato ancora niente all'esterno, ma è solo questione di tempo prima che i media lo vengano a sapere. Se per allora non avremo nessun risultato, scoppiera l'inferno. Per questo abbiamo bisogno di risposte al più in fretta possibile.

<<Non voglio più parlare di lei. Mi mette a disagio.>> <<Dimmi una cosa>>, continuò Mark. <<Cosa vorresti che accadesse a questo punto?>> <<Non capisco la domanda.>> <<Se avessi la facoltà di scegliere che direzione dare alla tua vita, quale sarebbe?>> John sbatte le palpebre. Era segno di nervosismo? Vorrei che tutto tornasse normale.

In seguito, John avrebbe paragonato a una forte scarica elettrica, una potente scossa che gli aveva attraversato il corpo, facendogli inarcare la schiena. Non era stata dolorosa. Era l'intenso annuncio di quello che stava per arrivare.

La visione fugace di un volto dai lineamenti fini e delicati, che svani troppo velocemente per poterlo ricordare. E, mentre spariva, la scossa elettrica si disperse e il suo corpo si rilassò. Era un volto maschile o femminile? Giovane o vecchio? Amico o sconosciuto? Quando si dissolse, John sentì uno strano desiderio, come se volesse catturare una folata di profumo da una bellezza che forse non avrebbe mai rivisto.

Forse non è restato niente da dire. Ha tentato di tutto, perlustrato ogni centimetro della sua prigione mentale alla ricerca di una possibilità di fuga. Solo la pistola è rimasta inviolata. Immobile, pare chiamarlo. Si rimise seduto e lasciò che il tremito delle mani si calmasse attorno al tepore del bicchiere. Un ricordo gli aveva attraversato la mente innumerrevoli volte nl corso degli anni come uno dei tormenti radiofonici.

Ripensare a quella donna in carne e ossa gli causava parecchio imbarazzo, ma riuscì a mantenere il suo contegno senza lasciarlo trapelare. Che altro c'era da fare? E le settimane trascorsero in modo turbolento, gli avevano cristallizzato il pensiero. Più a fondo scavava dentro se stesso e più ne era sicuro. Non avrebbe aspettato che il destino facesse la sua mossa: d'altronde non aveva già avuto la meglio su di lei, rovinandogli completamente la vita?

John, ci provava a seguire le regole, a rimanere ragionevole e fuori dai guai, limitandosi a farsi i fatti propri. Se l'era imposto. Ma era come se fosse intrappolato da un'ossessione. Lui ha conservato tutto e non solo: la speranza che non permette all'oblio di entrare nel suo cuore. Nascondere eventi, trasformare i ricordi in labirinti, far sparire i demoni per sfuggire al caos ... Quanto tempo?

Per diverso tempo lo aveva sognato ogni notte. Solo in quel periodo aveva capito fino in fondo che anche lui avrebbe potuto fare la stessa fine. O io o loro aveva concluso, non c'è pietà per nessuno. Tutti gli indizi sono contro di lui. Non sapeva se si trattasse di ricordi della solita ansia post sbornia, ma gli balenava alla mente l'immagine vaga e incerta di se stesso. Afferrato uno dei tanti <<parassiti>> che si erano annidati in lui e gli provocavano tutti i suoi eterni sensi di colpa, lo esponevano alla luce.

Se il clima che si respirava attorno a lui avesse potuto assumere sembianze umane, sarebbero state quelle di un alcolizzato. Di un bevitore che alterna  periodi di sobrietà, ma che non nutre la minima speranza che durino a lungo.

L'ansia dovuta ai postumi da sbornia e il pensiero di cosa lo attendeva oltre quella porta di casa, gli rendevano i ricordi del giorno prima ancora più nebulosi. L'aria frizzante del giorno gli acuiva i sensi. Gli permetteva di riflettere, di meditare più a fondo. Esisteva un'altra possibilità, penso Mark? Una soluzione che avrebbe concesso loro il tempo di cui avevano bisogno. Un modo per cancellare la brutta faccenda successa il giorno prima. Un pedone nero da sacrificare nella scacchiera della vita ormai, sguarnita.

Nella vita esistono brevi lassi di tempo in cui ci rendiamo improvvisamente conto che tutto quello che credevamo di sapere dell'esistenza erano soltanto illusioni. John avvertì la paura, che conosceva così bene, impadronirsi di lui e cominciare a spingerlo dentro un buco nero, ma in quell'istante il panico, il terrore e la preoccupazione si fecero opprimenti.

John è costretto a combattere due guerre, la prima combattuta contro se stesso ed i fantasmi di un passato che ritorna all'improvviso causando dolore e sgomento; la seconda reale, voluta da un assurdo delitto dove regnano incontrastati indifferenza, odio, e pregiudizio.

Nell'oblio conduce il lettore a un finale assolutamente inaspettato che mette in dubbio la forza delle relazioni, le scelte difficili, il significato del sacrificio, la difficoltà di continuare a vivere.


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