domenica 26 giugno 2022

BLU COME TE DI BENJAMIN MYERS - BOLLATI E BORINGHIERI

 


Blu come te, il nuovo thriller dell’estate

Arriva l’estate e torna la voglia di evasione, anche letteraria. Ma come destreggiarsi tra le molte proposte in libreria, volendo leggere un romanzo di genere che sia contemporaneamente anche un buon thriller letterario?

Benjamin Myers è uno scrittore poliedrico, che ha saputo farsi notare in Italia con il romanzo All’orizzonte, una storia di riscatto e redenzione attraverso la letteratura, la curiosità e la cultura, che ha avvinto e conquistato il cuore di molti lettori.

Ma dato che un bravo scrittore spinge sempre un po’ più avanti i propri limiti, ecco che Myers torna in libreria il 21 giugno con il suo nuovo romanzo Blu come te.
Un noir credibile, ma imprevedibile, in cui ancora una volta lo scrittore inglese sorprende per maestria e tenuta della trama, per l’ambientazione – un piccolo paese innevato dello Yorkshire –  per l’uso della lingua, con passaggi stupefacenti che virano dalla prosa alla poesia.

Un romanzo stupefacente al punto che la stampa inglese – «Louder Than War» – ha coniato per lui un nuovo genere, il «folk crime»:
«Myers ha creato un nuovo genere noir con echi del grande James Ellroy».

Non resta dunque che immergerci nelle magiche atmosfere di Blu come te, di cui anticipiamo qui alcune pagine

Prima edizione giugno 2022
© 2016 Benjamin Myers
Titolo originale Turning Blue
© 2022 Bollati Boringhieri editore

Traduzione di Tommaso Pincio

Il nero dell’acqua screziato di argento.
Le schegge di luna sparse sulla superficie come un banco di pesci che galleggiano pancia all’aria.
Il pigro dondolio della barca e lo sciabordio sul fianco della barca. È troppo buio per distinguere alcunché ma il bagliore incandescente della sigaretta sembra splendere più del sole quando lui tira un’ultima boccata e osserva le ultime briciole di tabacco rovente cadere sul telone cerato e restarvi solo il tempo necessario a scavare minuscoli fori tra le crepe della pellicola.
Ha fumato anche il filtro. Getta il mozzicone. Non gli è rimasto niente.
Non ci sono edifici sulla riva del bacino idrico; né auto nel parcheggio. In cima alla valle svettano le turbine eoliche. La massa d’acqua non è circondata da colline – ma solo dalle sommità della brughiera che in tarda primavera è invasa da germogli d’erica non ancora viola.
Non piove.
La catena sferraglia mentre lui la solleva e ne sente il peso prima in una mano e poi nell’altra.
La lascia cadere e solleva poi un remo dalla scalmiera. Si alza in piedi. Lo getta in acqua. Aspetta di udire il tonfo e ripete l’operazione sul lato opposto della barca con il secondo remo.

Nuotare è adesso il solo modo per tornare a riva e da una distanza simile sarebbe un’impresa per chiunque in una notte come questa.
Si alza il vento.
La barca è alla deriva e senza punti di riferimento gli è impossibile capire se si trova nello stesso punto della volta scorsa. Probabilmente è a qualche metro dall’obiettivo. O a molti metri chissà.
È comunque abbastanza vicino per calarsi nella prossima dimensione. Per unirsi a lei. Si siede e la barca ondeggia di nuovo. La scatola di latta che porta nel taschino tintinna.
Aspetta che la barca si assesti – quindi fa passare la catena nel buco al centro del primo blocco di cemento. Gli fa fare un doppio giro. Avvolge l’acciaio arrugginito attorno alla cenere e al carbon coke secco come polvere. Annoda. Stringe per bene. Ripete l’operazione con un secondo blocco di cemento. I suoi gesti sono lenti. Ponderati. Non può permettersi errori.
La catena è lunga quanto quella che ha usato la volta prima ma quei nodi in più si prendono una quindicina di centimetri. La differenza di altezza non è un problema. Staranno insieme comunque. Fianco a fianco o faccia a faccia. Privi di peso come in volo o in una sospensione eterna.
Si libreranno in quest’acqua come angeli tra cielo e terra finché il sole non verrà a illuminarli coi suoi raggi. In quest’acqua che farà da scrigno ai loro i segreti. Ci sarà silenzio là sotto; sarà il più bel cimitero che si possa immaginare.
Prende la catena e la fa scorrere nei passanti della cintura. Quindi infila un’estremità all’interno dei pantaloni e la fa scendere lungo una gamba. La riafferra e l’avvolge attorno alle caviglie – una due tre volte. Le blocca. Le cinge. Le incatena.

Nessun commento:

Posta un commento