sabato 11 giugno 2022

RECENSIONE "VOCI IN FUGA" DI ABDULRAZAK GURNAH - LA NAVE DI TESEO

 IL NOBEL DELLA LETTERATURA: ABDULRAZAK GURNAH

I sopravvissuti del colonialismo

 Caterina Giuseppa Buttitta

Voci in fuga

Abdulrazak Gurnah
pubblicato da La nave di Teseo 

Collana Oceani  

Pagine 416 - Euro 20,00

Traduttore A. Cristofori   

 

 

 

Il libro

Il giovane Ilyas è poco più che un bambino quando viene rapito dalla famiglia per mano di un soldato askaro di stanza nelle colonie tedesche dell'Ostafrika. Cresce affidato a un agricoltore europeo, impara la lingua e si guadagna un'istruzione, ma la vita insieme ai colonizzatori lo allontana dal suo popolo, ne fa un forestiero a casa propria. Allo scoppio della prima guerra mondiale si arruola volontario per combattere al fianco dei tedeschi, lasciando la sorella Afiya nella casa dell'amico Khalifa. Qui la ragazza incontra il giovane Hamza, tornato dal conflitto senza un soldo e con molte cicatrici nel corpo e nell'anima: dalla loro unione nasce una speranza, un figlio chiamato Ilyas come lo zio scomparso. Ma ormai sono gli anni trenta, la guerra che sta per scuotere ancora l'Europa arriva fino alle colonie africane, e il piccolo Ilyas comincia a sentire una voce misteriosa che sembra parlare solo con lui. 

Ritorna il vinvitore del Nobel per la Letteratura 2021, Abdukrazak Gurnah con un nyuovo libro: "Voci in fuga". Il fulcro è una cittadina costiera dell'attuale Tanzania. Un centro la cui vita è sotto il controllo coloniale tedesco, fino all'arrivo dei britannici. In mezzo, la Prima guerra mondiale e lo scontro tra Inghilterra e Germania in Africa orientale.

 

RECENSIONE

"Due invasori violenti e malvagi ... che stanno litigando per decidere chi deve mangiarci", parole pronunciate da Khalifa, impiegato presso un mercante in quella cittadina lungo il mare. In seguito il libro attraversa più rapidamente il Secondo conflitto mondiale, fino ad arrivare al 1963, due anni dopo l'indipendenza continentale (l'allora Tanganica).

Sono quattro i personaggi principali oltre Khalifa, Speculari, Ilyas e Hamza: entrambi africani che decidono di arruolarsi volontariamente nella Schutztruppe, l'esercito coloniale della Germania composto da ufficiali e sottoufficiali tedeschi e soldati reclutati tra le popolazioni locali, gli askari. Ilyas, che da piccolo era stato rapito proprio da un askaro e poi educato in una scuola tedesca, non rinnegherà mai la sua scelta. Hamza invece è <<un sognatore>> che si è <<presentato d'impulso, fuggendo da una situazione che gli appariva intollerabile>>: per lui la guerra sarà dramma e umiliazione. Le conseguenze, anni dopo, arriverannoa turbare anche l'equilibrio del figlioletto Ilyas, che inizierà a sentire voci. Stesso nome del soldato adulto, e non è un caso, perchè Hamza sposerà Afiya, la quarta protagonista del libro e sorella dell'askaro Ilyas, sul cui destino dopo l'arruolamento nulla si saprà fino alla fine del romanzo.

Una trama densa, bem congegnata e avvolgente, della quale Gurnah regge le fila con maestria e con la quale si riconnette ad una parola chiave del precendente libro Paradiso. Ambientato anche questo libro in Africa, arriva dove Voci in fuga si avvia. Dalla storia di Hamza scaturiranno gli sviluppi maggiori, innestando nel romanzo storico l'incanto di un amore e lo snodo generazionale attraverso il figlio. ma questo filo narrativo si sviluppa molto tardi.

"Il fatto che un singolo tedesco sia stato gentile con te - dice un amico di Khalifa a Ilyas - non cambia quello che succede qui da anni. I tedeschi hanno ucciso tanta di quella gente che il paese è costellato di teschi e di ossa e la terra è inzuppata di sangue".

E' merito di Gurnah riportare alla luce fatti storici che i più non sono al corrente. Spiega il Premio Nobel, questo accade perchè le vittime erano pochi europei e invece molti africani e indiani. Ma ora c'è voglia di conoscere. 

Infatti, nelle ultime pagine del libro "Voci in fuga", attraverso l'askaro Ilyas, emigrato in Germania, si riconnette proprio con gli anni terribili di hiltler, evocando in particolare il Reichskolonialbund, l'organizzazione nazista che puntava  a riappropriarsi delle colonie perse con il trattato di Versailles. 

Nel romanzo si parla di un ospedale colpito, di commerci interrotti, di propaganda ... 

"Alcuni aspetti della guerra sono sempre gli stessi, e certo non ci si può aspettare verità dagli invasori", nota Gurnah, arrivando a parlare del conflitto in Ucraina. Apprezza l'aiuto riservato ai cittadini colpiti dalle guerra ma ribadisce, non è lo stesso trattamento per la gente Africana. Tende a precisare lo scrittore che ci sono ancora focolai di guerra non solo quello in Ucraina perchè c'è la volonta di una nazione di primeggiare sulle altre. Arriverà anche il turno dell'Italia di fare i conti con il passato coloniale. Sono fiducioso ricalca Gurnah: <<Capire quanto accade serve anche a comprendere come stanno le cose oggi>>.

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