LE FAMIGLIE SONO STRANE OGNUNO A MODO SUO
Caterina Giuseppa Buttitta
La voce dell’acquaEinaudi2022 Supercoralli
pp. 176 - € 17,50
Traduzione di Antonietta Pastore «Un romanzo post-tsunami, con un titolo magnifico che racchiude
l'essenza dell'opera di Kawakami, una scrittrice capace di captare le
onde che si agitano nel profondo di ogni essere».
«Télérama»
Il libro
Una
sorella e un fratello decidono di trasferirsi nella casa della loro
infanzia a Tokyo, nel quartiere di Suginami. Per lunghi anni sono stati
separati da una distanza incolmabile ma ora, adulti e soli, Miyako e Ryo
cercano insieme un nuovo equilibrio tra i ricordi che disordinati
riaffiorano: il ticchettio ostinato degli orologi amati dal padre, le
piante di Mami nel piccolo giardino, le colazioni della domenica, i
giochi nei caldi pomeriggi d’estate. E qui, nelle stanze affollate dai
fantasmi della felicità passata, i desideri piú segreti e proibiti
premono per tornare alla luce.
«Sentite, voi due, non bisogna avere rimpianti », diceva Mami ai due
figli, Miyako e Ryo quando, già molto malata, si preparava agli ultimi
istanti con la serena leggerezza di sempre. Era una persona speciale,
Mami, una donna coraggiosa che amava sfidare le convenzioni sociali.
Miyako e Ryo sono cresciuti con lei e l’uomo che considerano il loro
padre nel quartiere di Suginami. Proprio qui, nella casa della loro
infanzia, i due fratelli decidono di tornare ad abitare a dieci anni
dalla morte di Mami. È il 1996, e su Tokyo incombono ancora le immagini
tragiche del recente attentato alla metropolitana. A lungo Miyako e Ryo
sono stati separati da una distanza incolmabile, ma ora, adulti, ognuno
con la propria vita e la propria solitudine, si ritrovano a cercare
insieme un nuovo equilibrio tra i ricordi che disordinati riaffiorano,
nelle stanze in cui riecheggiano le voci del passato.
I giochi con Nahoko, la bambina con cui formavano un gruppo
indivisibile, il tragitto di ritorno da scuola, un bacio rubato, i
pomeriggi d’estate, le vecchie storie che Mami diceva di odiare ma
inevitabilmente raccontava, un paio di sandali regalati da Takeji, un
dipendente del negozio dei nonni e amico di famiglia – e forse anche
qualcosa di piú -, parole luminose e misteriosi non detti, gioia e
amarezza, resistenza e abbandono. Miyako ripercorre la strada della
memoria all’interno di un universo domestico fatto di un intreccio di
dettagli, ombre, sensazioni, muovendosi con cautela sui fili invisibili
che hanno tenuto unita la sua famiglia. Perché cadere significherebbe
finire nell’abisso di un’attrazione proibita, di un segreto indicibile.
Dalla ferita della Seconda guerra mondiale, ai dolorosi anni del
dopoguerra prima della rinascita, attraversando piú di mezzo secolo
della grande Storia del Giappone fino al post-Fukushima, Kawakami Hiromi
traccia il ritratto intimo di una famiglia con le sue debolezze e
contraddizioni, ma capace di una tenace volontà di vivere anche – e
forse a maggior ragione – dopo la catastrofe.
Il libro
«Sentite, voi due, non bisogna avere rimpianti », diceva Mami ai due
figli, Miyako e Ryo quando, già molto malata, si preparava agli ultimi
istanti con la serena leggerezza di sempre. Era una persona speciale,
Mami, una donna coraggiosa che amava sfidare le convenzioni sociali.
Miyako e Ryo sono cresciuti con lei e l’uomo che considerano il loro
padre nel quartiere di Suginami. Proprio qui, nella casa della loro
infanzia, i due fratelli decidono di tornare ad abitare a dieci anni
dalla morte di Mami. È il 1996, e su Tokyo incombono ancora le immagini
tragiche del recente attentato alla metropolitana. A lungo Miyako e Ryo
sono stati separati da una distanza incolmabile, ma ora, adulti, ognuno
con la propria vita e la propria solitudine, si ritrovano a cercare
insieme un nuovo equilibrio tra i ricordi che disordinati riaffiorano,
nelle stanze in cui riecheggiano le voci del passato.
I giochi con Nahoko, la bambina con cui formavano un gruppo
indivisibile, il tragitto di ritorno da scuola, un bacio rubato, i
pomeriggi d’estate, le vecchie storie che Mami diceva di odiare ma
inevitabilmente raccontava, un paio di sandali regalati da Takeji, un
dipendente del negozio dei nonni e amico di famiglia – e forse anche
qualcosa di piú -, parole luminose e misteriosi non detti, gioia e
amarezza, resistenza e abbandono. Miyako ripercorre la strada della
memoria all’interno di un universo domestico fatto di un intreccio di
dettagli, ombre, sensazioni, muovendosi con cautela sui fili invisibili
che hanno tenuto unita la sua famiglia. Perché cadere significherebbe
finire nell’abisso di un’attrazione proibita, di un segreto indicibile.
Dalla ferita della Seconda guerra mondiale, ai dolorosi anni del
dopoguerra prima della rinascita, attraversando piú di mezzo secolo
della grande Storia del Giappone fino al post-Fukushima, Kawakami Hiromi
traccia il ritratto intimo di una famiglia con le sue debolezze e
contraddizioni, ma capace di una tenace volontà di vivere anche – e
forse a maggior ragione – dopo la catastrofe.