mercoledì 7 settembre 2022

RECENSIONE "LE METAMORFOSI" DI FRANK KAFKA - "I MOBILI" - MONDADORI

 

RECENSIONE "LE METAMORFOSI" DI FRANK KAFKA - "I MOBILI" - MONDADORI

Le attenzioni della sorella sono sempre premurose e affettuose. Quando Gregor mangia tutto ciò che gli ha portato, esclama con soddisfazione: <<Ogni sì che ha mangiato con gusto>>. In caso contrario, dice con tristezza:< <Anche oggi ha lasciato tutto>>. Desideroso di mantenere, nell'unico modo che gli è possibile, i contatti con la propria famiglia, ogni volta che sente venir delle voci dall'altra stanza, Gregor si spinge verso la porta. I suoi sono pòreoccupati: la cuoca, che ha appreso dell'accaduto, si è licenziata, spaventasissima; la sorella e la mamma, così, devono accudire anche alla cucina. Nella casa regna un'atmosfera tristissima. Il padre, benchè già in pensione, deve trovare un impiego, perchè la famiglia si trova in difficoltà economiche: prima era Gregor che provvedeva a tutti e a tutto. Ora, mentre ode i suoi parlare di queste cose, egli è pieno di vergogna e di dolore. Qualche volta trascina la poltrona verso la finestra e guarda fuori, quasi sognando un'impossibile liberazione. La sorella, accortasene, ogni volta che entra nella stanza apre la finestra. Ma Gregor nota che Grete l'apriva con uno strappo, quasi soffocasse, con mani febbrili, ed anche se faceva chissà che freddo restava un pochino lì respirando profondamente. Si comportava così perchè le è impossibile trattenersi nella stanza dove si trova Gregor, se la finestra è chiusa. Egli lo comprende, e ne soffre.

A Gergor ben presto la nuova vita viene a noia; allora, per distrarsi, prende a strisciare sulle pareti e sul soffitto, ricavandone grande piacere. La sorella, avendo notato questo suo nuovo divertimento, decide di assecondarlo, liberando la stanza dai mobili, per dargli il maggior spazio possibile. Per compiere questo lavoro si fa aiutare dalla mamma.

APPROFONDIMENTO

Il tema della barriera che resta insormontabile tra fratello e sorella, nonostante le reciproche dimostrazioni d'affetto e che anzi essi paradossalmente non possono non rafforzare, motivo già accennato nel brano precedente, è sviluppato qui in una scena assai significativa e tristissima. Desideroso di compiacere Grete, di non ferirne la sensibilità, Gregor si nasconde alla sua vista, ma, per quanto egli faccia, una parte del suo corpo sporge da sotto il sofà. Si affretta allora a coprirla con una tela, ma sperando che la sorella la sollevi: un simile gesto da parte sua sarebbe il segno che lei l'ama nella sua nuova identità, serenamente, come l'amava un tempo, con estrema naturalezza. Quel gesto solo farebbe cadere la barriera che li separa. Ma Grete non lo compie, non può guardare Gregor, accettarlo integralmente così come la metamorfosi l'ha reso; ciò è superiore alle sue forze. E', in fondo, il capovolgimento del finale di tante notissime fiabe in cui la bella fanciulla, abbracciando il mostro che la tiene prigioniera e che la circonda di affetto, rompe la malia che l'aveva stregato e compie il miracolo della sua liberazione, recuperandolo alla primitiva forma umana. L'amore era là superiore alla naturale ripugnanza. In Kafka, più pessimisticamente, è vero il contrario. 

E' per dimostrare questa sua tesi che egli introduce un personaggio, in cui amore e istinto naturale sono fortissimi: la madre ... la mamma avrebbe voluto visitare Gregor relativamente presto, ma il babbo e la sorella la trattennero sulle prime con ragioni sensate, che Gregor ascoltava con grande attenzione, e che approvava pienamente. Ma più tardi bisognò trattenerla con la forza quando gridava: Lasciatemi pur andare da Gregor, è il mio povero figlio! Non comprendete che devo andare da lui? In questa sua disperazione si esprime la voce del sangue, che pare più potente della forza del destino. Questa sua tenace volontà di essere con Gregor, soprattutto ora che, lei lo sente, egli deve avere più bisogno del suo affetto, si manifesta drammaticamente. Ma saprà poi trasformare questa sua eroica dedizione di ora in un'assistenza premurosa e continua?

Il  gesto che vuol compiere diventerà una serie di gesti ripetuti per tutta la durata della vita di Gregor? Egli non lo sa; non dubita dell'attuale sincerità della madre, ma teme che il sacrificio a cui ella sta per sottoporsi sia realmente superiore alle sue forze. Per questo Gregor, come a premunirsi da future, immancabili delusioni che lo ferirebbero atrocemente, si costringe a pensare che s'accontenterà di poco, che non pretenderà niente di eccezionale, solo quel tanto che egli sia sufficiente a non sentirsi così solo ... naturalmente, non tutti i giorni, ma magari una volta la settimana: <<Naturalmente>>, <<magari>>.

Gregor non si lamenta, dà ragione agli altri in anticipo senza sapere che essi, proprio per la loro <<normalità>>, diventeranno pian piano i suoi giudici, i suoi accusatori e si muteranno infine in carnefici. Ed erano stati, all'inizio, come compagni di pena. Egli, per così dire, sposa la loro causa, i loro giudizi, la loro mentalità, perchè continua a voler essere come loro, con loro. Sceglie questa straziante via per essere, almeno in questo, ancora uno di loro, sia pure a prezzo della propria sofferenza. Il loro disgusto, così, diventa il suo; nessuno detesta quell'insetto ripugnante più dello stesso Gregor-insetto. 

L'opposizione protagonista-società, anormalità-normalità, eccezione-regola si fa in questo modo, in una prospettiva più complessa, opposizione tra la vittima e se stessa, tra i suoi desideri e la sua realtà nella quale ripiomba sempre, fatalmente.

La voce dell'istinto è certamente fortissima nella madre. Grazie, ad essa, la signora Samsa comprende, assai più di quanto capisca Grete, animata dalla pur lodevole volontà di giovare a Gregor. Eppure anche la madre lontana dalla realtà del figlio: crede che egli non capisca, che non gli restino che <<sensazioni>> e non, dunque, sentimenti, che la metamorfosi abbia trasformato, o forse annullato, con l'aspetto umano, anche la personalità dell'uomo. E si sbaglia. La situazione anormale ed eccezionale in cui egli si trova, gli consente invece di udire, percepire, sentire ancora di più; la sensibilità gli si è acuita, l'attenzione s'è fatta più mobile, più intensa. Paradossalmente, quanto ai sentimenti, Gregor-insetto è più umano dei suoi familiari, uomini e donne in carne e ossa.

La beffa più amara che la sorte ordisca ai danni di Gregor è però che siano proprio le persone a lui più vicine a farlo soffrire e soprattutto che lo feriscano più profondamente proprio in quei momenti in cui gli vorrebbero essere utili. La pietosa Grete, la dolce, tenera sorella, fa della sua camera un deserto spoglio e desolato; agisce, naturalmente, in perfetta buona fede. Ma il suo contegno è ispirato probabilmente da un'altra esigenza, di cui è certo inconsapevole, e cioè dal desiderio di rendersi indispensabile, di esrcitare una qualche autorità sia pur solo su un insetto, occupandosi del quale può far valere nei confronti dei genitori una propria superiorità. Gregor s'accorge cioè che nemmeno le cure che Grete gli prodigava erano disinteressate come aveva creduto: nascevano invece dall'egoismo della sorella, dal suo desiderio di sentirsi importante. Gregor che non era più amato, poteva almeno illudersi d'esser compatito o tollerato per se stesso, almeno da Grete. Ora si rende conto che non era affatto così. E' stato invece, per così dire, <<usato>>, come uno strumento mediante il quale la sorella ha potuto imporre, all'interno del nucleo familiare, la propria volontà, e costringere, sia pure con dolcezza, gli altri ad accettarla. Per il povero Gregor cade un'altra illusione: quella che Grete abbia voluto togliere i mobili nella speranza di giovargli. Non era lui il vero oggetto dei suoi pensieri, bensì la sua inconsapevolezza vanità.

E', lo si vede bene, una pagina d'una crudeltà terribile. Gregor - pur desideroso com'è di credere alla bontà dei suoi - non può impedirsi, proprio perchè ha bisogno d'amore, di cercare le vere ragioni del loro comportamento. Così, ne analizza la condotta freddamente e giunge a scoprire che nessun loro atto è gratuito, come egli vorrebbe. E' una specie di gioco feroce in cui Gregor stesso, che lo conduce, solo apparentemente condanna i suoi familiari: la vera vittima di questa tortura, la più straziata da queste crude rivelazioni mediante le quali si scopre un'origine egoistica nelle azioni che sembravano le più gratuite, è lui stesso.





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