venerdì 2 settembre 2022

RECENSIONE: DIARI E TACCUINI 1941 - 1995 DI PATRICIA HIGHSMITH - LA NAVE DI TESEO

Patricia Highsmith è un mosaico di turbamenti perennemente attivi. I suoi romanzi dicono molto sul mestiere di scrivere.Tutta la sua opera è in corso di pubblicazione in una nuova edizione presso La Nave di Teseo.

In libreria dal 2 settembre 2022.

Caterina Giuseppa Buttitta

Patricia Highsmith 

Diari e taccuini. 1941-1945

A cura di Anna von Planta, postfazione di Joan Schenkar, traduzione di Viola Di Grado LA NAVE DI TESEO

Pagine 1.104 - Euro 40

 

Il libro 

Considerata per tutta la vita la regina del mystery, Patricia Highsmith è oggi riconosciuta come “una delle più grandi scrittrici moderniste” (Gore Vidal). Amata dai lettori di tutto il mondo, la Highsmith non ha mai autorizzato una propria biografia, lasciando fino alla fine i lettori, dal suo ritiro in Svizzera, all’oscuro delle vere ragioni dei turbamenti che si intravedono nella sua scrittura. Soltanto nel 1995, mesi dopo la sua scomparsa, l’editor Anna von Planta ha ritrovato in un cassetto i diari e taccuini dell’autrice: un patrimonio di oltre ottomila pagine manoscritte, che aiutano a scoprire il mondo segreto nascosto dietro alle sue pagine leggendarie.
A partire dagli anni giovanili al Barnard College, nel 1941, Patricia Highsmith tiene costantemente un diario delle sue giornate, e appunta su numerosi taccuini idee e spunti per le sue storie. Questo volume organizza e presenta per la prima volta questi testi, preziosi per cogliere l’intreccio fatale tra la vita privata dell’autrice e il suo immaginario letterario.
La giovane Pat si scatena nei bar del Greenwich Village degli anni quaranta, grazie a Truman Capote frequenta Flannery O’Connor nella colonia di artisti di Yaddo, ma già davanti ai primi successi (come il romanzo Sconosciuti in treno, pubblicato nel 1950 e presto adattato da Alfred Hitchcock per il cinema) una domanda la tormenta: “Qual è la vita che ho scelto?”. Una libertà di pensiero e scrittura che si scontra con il bigottismo dell’America di McCarthy, costringendola a pubblicare sotto pseudonimo il suo capolavoro Carol, che pure riceverà una straordinaria accoglienza commerciale. In cerca di sollievo dal provincialismo degli Stati Uniti, la Highsmith gira l’Europa con le sue inseparabili sigarette fino ad approdare in Italia, a Positano. Qui, rivelano i suoi appunti, nasce il personaggio che l’avrebbe consacrata, l’antieroe affascinante e pericoloso Tom Ripley.

Per cinquant’anni Patricia Highsmith ha raccontato la sua vita turbolenta nei diari e taccuini: un’autobiografia irrituale e fedelissima, la cronaca della ribellione di una donna contro le convenzioni, e del percorso luminoso di una scrittrice verso l’olimpo della letteratura.

Patricia Highsmith

Patricia Highsmith è nata a Fort Worth, in Texas, nel 1921; ha trascorso la maggior parte della sua vita in Francia e Svizzera, dove è morta nel 1995. Nel 1955 compare il suo personaggio più famoso, Tom Ripley, protagonista della fortunata serie – Il talento di Mr. Ripley, Il sepolto vivo, L’amico americano, Il ragazzo di Tom Ripley e Ripley sott’acqua – che ha ispirato grandi registi, da Wim Wenders (L’amico americano) a Anthony Minghella (Il talento di Mr. Ripley) a Liliana Cavani (Il gioco di Ripley). Nel 1963 Patricia Highsmith si trasferisce definitivamente in Europa, dove da sempre i suoi libri ricevono un’accoglienza entusiasta. Tra i suoi romanzi e le sue raccolte di racconti, ricordiamo Vicolo cieco, Acque profonde, Gioco per la vita, Quella dolce follia, Il grido della civetta, Urla d’amore, Piccoli racconti di misoginia, Delitti bestiali, Il diario di Edith, La follia delle sirene. Dal romanzo Carol è stato tratto il film di Todd Haynes con Cate Blanchett e Rooney Mara, mentre da Acque profonde Adrian Lyne ha tratto un film con Ben Affleck e Ana de Armas. Tutta la sua opera è in corso di pubblicazione in una nuova edizione presso La nave di Teseo. 

 

RECENSIONE

I Diari sono biografie  che ruotano intorno alle inquietudini che divorano la protagonista. Pat è Patricia Highsmith, scrittrice americana (1921.1995), autrice di alcuni thriller di successo divenuti film (tra cui L'altro uomo di Alfred Hitchcock e The Talented Mr. Ripley, trasposto prima da Renè Clèment e poi Antony Minghella).

Emerge dai diari una vicenda biografica ben nota: il rapporto difficile della Highsmith con la madre, e le sue numerose relazioni omosessuali, la sua determinazione a diventare una scrittrice e anzi il suo vivere quasi esclusivamente a questo scopo (<<la mia vita è quando scrivo, confida nei Diari. L'inquietudine che anima Pat è il motore dell'azione, ciò che la spinge a lasciare prima il Texas e poi New York, ma è la pietra d'inciampo della narrazione, l'impasse che inibisce ogni sviluppo, e fa naufragare uno dopo l'altro i progetti di vita a due).

Anche per questa ragione, il Traduttore, sceglie per la narrazione il tempo presente che trattiene Pat in un istante cristallizato dove la coazione a ripetere e la percezione della propria inadeguatezza: <<il suo difetto di fabbricazione irrimediabile>>, sembrano elementi non riscattabili.

Un tempo si sarebbe parlato di <<storia di un'anima>>, proprio quando la celebrità e l'età dovrebbero garantirle sicurezza e serenità, <<nell'assenza del rischio>>, Pat rintraccia il vero pericolo, perchè <<è nella sicurezza che ho le spalle al muro>>. Solo l'amore (ma più opportuno sarebbe parlare di fascinazione che si degrada in incubo ossessivo) e il lavoro sembrano fornirle un'ancora di salvezza.

E proprio le pagine dedicate alla scrittura sono il vero fuoco, nonchè la parte più interessante della raccolta "I Diari": sono il filo d'Arianna del suo labirinto, dal quale non desidera uscire, perchè ormai, sa che esplorarlo è la cosa più appassionante che potrà mai capitarle nella vita. Ogni altro progetto è destinato allo scacco,  Pat è certa di non avere scampo, anche quando tenta la via della psicoanalisi, alla terapia non chiede una cura, ma una via per accettare "le convenzioni sociali". 

"Nella sua vita come nei suoi romanzi, infrange di continuo l'idillio, preferendovi il disinganno, e proprio la trasformazione dei miti in fantasmi diventa la chiave di volta intorno a cui costruisce il suo edificio.

 

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