Ma prima del progetto, l'epistolario ha avuto nel Novecento una difficile storia, con l'impresa di una mancata edizione integrale a lungo preparata e poi accantonata (ne scrisse Nunzia Palmieri in L'epistolario di Umberto Saba, nella rivista <<Paragrafo>>, 2007).
Poeta della vita difficile, carattere complesso, Saba attraversò i traumi del suo tempo, oltre ai dolori personali: autore di un corpus di poesie Il Canzoniere, riconosciuto come pietra miliare del Novecento, Saba era un'anima desiderosa di espressione ma anche di contatto umano e culturale, e consapevole dell'urgenza di incidere nel pensiero e nella letteratura con nuove idee. Ad esempio l'idea della poesia <<onesta>>, vicina alla vita quotidiana e alla sua semplicità profonda.
Le missive sono datate dal 1901 al 1957: quasi un <<romanzo>> composto dallo scrittore giorno dopo giorno.
Le lettere di Saba sono una finestra aperta su quel momento del Novecento, ma anche sull'anima di Saba, in cui vita interiore, vita esteriore e opera collimano perfettamente. Perciò sono illuminanti, quasi imprescindibili per capire la sua poesia: offriranno una luce nuova, con conferme e sorprese. Pur complementari a ciò che ha scritto, sono opere a sè, scritti magnifici.
Nelle lettere emerge nel dettaglio il percorso del poeta, del suo peregrinare per l'Italia, le difficoltà economiche, il suo sentirsi incompreso, le conferme degli ultimi anni. La sua produzione fu copiosa. Le ragioni sono legate al suo tentativo di connettersi con il mondo della cultura.
Saba diceva che nascere a Trieste era come nascere 50 anni prima nel resto d'Italia; si sentiva un pò ai margini della cultura, anche se ne è stato uno dei grandi protagonisti. Raccontarsi agli altri, connettersi, era un modo di <<appartenere>> nonostante la distanza. Alcuni lo ricordano burbero; eppure sapeva coniugare la scontrosità, e una certa asprezza, a una grandissima dolcezza d'animo e lealtà nei confronti dei propri amici e interlocutori.
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