Un nuovo autore americano. Un romanzo che si legge in un pomeriggio e non si dimentica più. Dal 5 settembre preparatevi a conoscere
L’ultima cosa bella sulla faccia della terra
€ 16,00 · In libreria dal 5 settembre
Il libro
Mentre tutti sono raccolti in preghiera, dall’ultima fila Iggy avanza
verso il centro della chiesa. Trema, e la benzina che ha portato con sé
per darsi fuoco – come quei bonzi che ha visto in rete – si rovescia. Il
fiammifero acceso gli cade di mano. Nel rogo muoiono venticinque
fedeli. Diciotto anni più tardi gli abitanti di Harmony, una cittadina
del Sud degli Stati Uniti, ancora si portano dentro quel lutto, ancora –
come un antico coro – si interrogano e commentano l’accaduto. La loro
versione si alterna a quella di altre figure direttamente coinvolte o
appena sfiorate dalla tragedia, mentre su tutto si impone, ipnotico e
straziante, il racconto del colpevole, rinchiuso nel braccio della
morte. Ora che l’esecuzione si avvicina, a Iggy resta solo il rifugio
nel sogno – o nel ricordo – di un’altra vita, di mille altre vite. Da
dove è scaturita quella decisione estrema e inconsulta? Che cosa gli ha
sconvolto la mente? Gli antidolorifici che sniffava, l’alcol e l’eroina?
L’amore «selvaggio, cosmico e strano» per Cleo, o quello per Paul,
l’amico scomparso «come un temporale che passa sopra la campagna e si
dilegua in un batter d’occhio»? O piuttosto quel dolore segreto, quel
tedio insopportabile, quello sgomento di fronte a un universo infettato
da un oscuro morbo di cui solo loro tre sembravano avere consapevolezza?
Michael Bible è un giovane scrittore ma ha già un mondo e una voce, che modula con sapienza per prestarla alle sue creature dolenti, dando vita a una ballata visionaria, calibratissima, carica di poesia concreta e di accenti biblici, con la quale sembra essersi già guadagnato un posto fra i grandi narratori del Sud americano.
Michael Bible è un giovane scrittore ma ha già un mondo e una voce, che modula con sapienza per prestarla alle sue creature dolenti, dando vita a una ballata visionaria, calibratissima, carica di poesia concreta e di accenti biblici, con la quale sembra essersi già guadagnato un posto fra i grandi narratori del Sud americano.
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