DAI TUOI OCCHI SOLAMENTE
FRANCESCA DIOTALLEVI
ISBN 978-88-545-1806-3
Pagine 208
Euro 16,50
SINOSSI
New York, 1954. Capelli corti, abito dal colletto tondo, prime rughe
attorno agli occhi, ventotto anni, Vivian ha risposto a un’inserzione
sul New York Herald Tribune. Cercavano una tata. Un lavoro giusto per
lei. Le famiglie l’hanno sempre incuriosita. La affascina entrare nel
loro mondo, diventare spettatrice dei loro piccoli drammi senza esserne
partecipe, e osservare la recita, la pantomima della vita da cui
soltanto i bambini le sembrano immuni.
La giovane madre che
l’accoglie ha labbra perfettamente disegnate con il rossetto, capelli
acconciati in onde rigide, golfini impeccabili. Dietro il suo perfetto
abbigliamento, però, Vivian sa scorgere la crepa, il muto appello di una
donna che sembra chiedere aiuto in silenzio. Del resto, questo è il suo
lavoro: prendersi cura della vita degli altri.
L’accordo arriva in
fretta. A lei basta poco: una stanza dove raccogliere le sue cose; una
città, come New York, dove potere osservare le vite incrociarsi sulle
strade, scrutare mani che si stringono, la rabbia di un gesto, la
tenerezza in uno sguardo, l’insopportabile caducità di ogni istante. Ed
essere, nello stesso tempo, invisibile, sola nel mare aperto della
grande città, a spingere una carrozzina o a chinarsi per raddrizzare
l’orlo della calza di un bambino.
Scrutare i gesti altrui e guardarsi
bene dall’esserne toccata: questa è, d’altronde, la sua esistenza da
tempo. Troppe, infatti, sono le ferite che le sono state inferte
nell’infanzia, quando la rabbia di un gesto – di sua madre, Marie, o di
suo fratello Karl, animati dalla medesima ira nei confronti del mondo –
si è rivolta contro di lei.
Sola nella camera che le è stata
assegnata, Vivian scosta le tende dalla finestra, lancia un’occhiata al
cortiletto ombroso e spoglio nel sole morente di fine giornata, estrae
dalla borsa la sua Rolleiflex e cerca la giusta inquadratura per
catturare il proprio riflesso che appare contro l’oscurità del vetro.
È
il solo gesto con cui Vivian Maier trova il suo vero posto nel mondo:
stringere al ventre la sua macchina fotografica e rubare gli istanti, i
luoghi e le storie che le persone non sanno di vivere.
Dopo Dentro soffia il vento,
Francesca Diotallevi dà un’ulteriore prova del suo talento con uno
struggente, autentico romanzo sulla vita di una delle grandi artiste
«invisibili» del XX secolo: Vivian Maier, la « tata che ha cambiato, con
dedizione silenziosa, la storia della fotografia» (Vanity Fair).
«Schiva al punto di scattare
migliaia di fotografie senza svilupparle, morta ottantatreenne nel
2009, sola, senza un soldo e senza fama, Vivian Maier ha alimentato il
suo mito con la sua invisibilità».
la Repubblica
la Repubblica
«Vivian
era una donna sola. Se per scelta o per forza, rimane impossibile
affermarlo con certezza. Ma non bastano la porta chiusa della sua
stanza, le false generalità, il mondo vietato agli altri ad esaurire il
quadro».
il Manifesto
il Manifesto
Hanno scritto di Dentro soffia il vento:
«Originale
l’ambientazione: il borgo di Saint-Rhémy, tra le montagne della Valle
d’Aosta, nel primo Novecento, scosso dalla Grande Guerra. Attuali i
temi: dai pregiudizi contro il “diverso” al senso di “comunità”».
la Repubblica
la Repubblica
BIOGRAFIA
Francesca Diotallevi
Francesca Diotallevi è nata a Milano nel 1985.
È laureata in Scienze dei Beni Culturali. Tra le sue opere Le stanze
buie, Amedeo, je t’aime e il racconto pubblicato in e-book Le Grand
Diable, prequel di Dentro soffia il vento.
dello stesso autore:
- Dentro soffia il vento (I Narratori delle Tavole
Romanzo vincitore della Sezione Giovani del
«Premio Neri Pozza - Fondazione Pini - Circolo dei Lettori».
RECENSIONE
Accende l'immaginazione e catalizza l'attenzione, altri non è Vivian Maier, osservatrice infallibile e fotografa, registra con occhi nuovi, ragionando sui particolari che si sorprenderà a coglierne di nuovi e per la prima volta.
E in effetti, le fotografie di Vivian, non sono mai state pubblicate prima della sua morte, rivelano una sensibilità umana capace di cogliere il lato segreto del consueto, degli abitanti della casa.
L'esistenza della protagonista è riducibile al suo lavoro presso la famiglia che cerca una tata. Vivian si introduceva dentro le persone, come uno specchio che riflette la tua immagine.
Frammenti di vita evocati con l'immediatezza tipica della fotografia. La fotografia della famiglia è l'espressione visiva e materiale dell'idea che la famiglia vuole dare di sé.
È il solo gesto con cui Vivian Maier trova il suo vero posto nel mondo: stringere al ventre la sua macchina fotografica e rubare gli istanti, i luoghi e le storie che le persone non sanno di vivere.
Per lei quelle foto aveva non solo un gran valore sentimentale ma, anche di ricerca, significherebbe recuperare un pezzo di qualcosa che è scomparso tanto tempo fa. Un diario intimo.
Ogni foto è un racconto a sé, da cui emerge in primo
luogo la verità delle persone ritratte, delle famiglie, delle
abitazioni e delle strade in cui essi hanno vissuto. Frammenti di vita
evocati con l'immediatezza tipica della fotografia.
Francesca Diotallevi racconta una personalità tanto enigmatica, quanto realmente viva.
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