di Grégoire Delacourt (Autore), T. Spagnoli (Traduttore)
- Editore: DeA Planeta Libri (13 novembre 2018)
- Copertina rigida: 205 pagine
- Lingua: Italiano
- ISBN-10: 885116567X
- ISBN-13: 978-8851165673
Dall’autore best-seller di Le cose che non ho, un romanzo potente e visionario sui temi dell’amore e del tempo che passa.
SINOSSI
Ci sono quelle che non invecchieranno mai, perché se ne sono andate
troppo presto. Ci sono quelle che invecchiano senza troppi patemi,
perché hanno altro a cui pensare. Ci sono quelle che fanno di tutto per
sembrare più giovani, per negare il tempo che passa, per tenersi stretto
il marito... e a volte finiscono per perdere tutto. E poi c'è Betty.
Betty che, misteriosamente, smette di invecchiare appena compiuti i
trent'anni - la stessa età che aveva la madre al tempo della sua tragica
e prematura scomparsa. Sul volto di Betty il tempo scorre innocuo e
trasparente come acqua. Sarà forse lo sguardo intenso e innamorato e di
suo marito a tenere lontane le rughe? A scongiurare gli effetti degli
anni che passano inesorabili? Man mano che la sua "anomalia" si fa più
evidente, la vita un tempo tranquilla di Betty comincia a vacillare.
Perché un volto senza età è un volto senza storia, senza ricordi, senza
passioni. Uno specchio vuoto in cui, presto o tardi, gli altri cessano
di riconoscersi.
BIOGRAFIA
Grégoire DELACOURT è pubblicitario di professione e
l’autore di racconti e romanzi, tutti pubblicati in Francia da JC
Lattès. Il suo maggior successo, Le cose che non ho, ha superato il milione di copie vendute nel mondo ed è diventato un caso letterario internazionale.
RECENSIONE
E' la storia di una vita che intreccia la sua esistenza con quella delle persone comuni, che nel mondo vivono e soffrono cercando un senso ai loro affanni, nel tentativo di comprendere e spiegare i grandi temi dell'umanità: le passioni, la fede,il dolore, la morte. E' il primo fra tutti i sentimenti che, nella sua ineffabilità, rimane sempre uguale a se stessa: l'amore.
Un piccolo dettaglio, un pertubamento che a Betty le rimane incollato addosso. Perchè ora, non riesce a togliersi quella sensazione di un mondo parallelo che lei non ha, o forse non ha voluto mai intuire. E qui è necessario fare un passo indietro. Ha perso la madre, ha perso le loro lacrime e i loro problemi e la loro rabbia e il loro sollievo. Perchè? Non era possibile. Non era possibile che la vita fosse stata così insensata, così ripugnante. E se era proprio così ripugnante e insensata, allora perchè morire, e morire soffrendo? C'era qualcosa che non andava.
<<Forse, non ho vissuto come dovevo>>, gli venne in mente all'improvviso. <<Ma se ho sempre fatto tutto secondo le regole?>> disse a se stessa e scacciò via immediatamente, come qualcosa di assolutamente impossibile, quell'unica soluzione dell'enigma della vita e della morte. Ma per quanti sforzi facesse, non riusciva a trovare una risposta.
Le sue sofferenze morali nascevano dal fatto che guardando il viso di Andrè (non a caso il dubbio sull'autenticità della propria esistenza gli viene guardando Andrè, l'unico che vive in modo pienamente autentico e sincero), gli era venuto in mente che forse, per davvero tutta la sua vita, era stata una vita <<sbagliata>>.
Gli venne in mente ciò che fino ad allora gli era sembrato una totale assurdità, l'idea di non aver vissuto la propria vita come doveva viverla; pensò che poteva essere la verità. Gli vennero in mente certe sue velleità di lotta, appena percettibili, contro ciò che era ritenuto buono dalle persone più altolocate, tentazioni appena accennate che ella si era sempre affrettata ad allontanare da sè, pensò che proprio quelle potevano essere autentiche, e che tutto il resto poteva essere sbagliato.
Il suo lavoro, il suo modo di vita, la sua famiglia, i suoi interessi sociali e professionali: tutto ciò poteva essere sbagliato. Tentò di organizzare, di fronte a se stessa, una difesa: e all'improvviso avvertì tutta la debolezza di quello che difendeva.
Sentiva che il suo tormento era nell'essere risucchiata dentro un labirinto e, ancor di più, nel non potervi penetrare. Glielo impediva l'idea che la sua vita era buona. Era questa tenace giustificazione della sua vita che gli stava aggrappata addosso, non la lasciava proseguire, la tormentava pù di ogni altra cosa.
Scoprire la verità, per quanto dolorosa, è l'unico modo per dare un senso e prospettiva a una vita che sembra aver perso ogni sapore, ogni colore. Perchè non c'è nulla di più potente della conoscenza, anche quando rischia di annientarti. Comincia così, una ricerca di tracce e responsabilità. Per lei tutto s'era compiuto in un attimo, e il significato di quell'attimo non cambiò più
E all'improvviso comprese chiaramente che cìò che la tormentava e non voleva abbandonarla, se ne stava andando via di colpo, tutt'insieme, da due parti, da dieci parti, da tutte le parti.
Non è vero che le radici non ci permettono di volare in alto, a volte sono ali che ci portano in luoghi nuovi. E quando il vento torna a soffiare sà che ci vuole coraggio per inseguire i sogni. Nel suo dialogare con le immagini ci mostra: i ricordi e le ferite subite. Non si può chiudere con i ricordi, poichè essi sono incancellabili.
Tutti noi conserviamo il tempo. Conserviamo l'antico significato di ogni persona che ci ha lasciato. E anche noi siamo ancora questi antichi significati: sottopelle, sotto lo strato di rughe, esperienza e risate. Proprio là sotto siamo ancora quelli di una volta, i figli di una volta.
Tra le immagini dense di significato simbolico ricordiamolo stupore dell'esistenza, sempre vivo in ognuno di noi, anche se rimane nascosto, invisibile. Ripercorre, un viaggio interiore sui piccoli segreti e i tradimenti inconfessabili che si nascondono dietro ogni amore e, di quelle zone d'ombra che si nascondono dietro la realtà solo all'apparenza tranquilla.
Ricominciare. Quando cerca di ordinare i suoi ricordi, con l'intenzione di costruire un castello di carte, o un elegante muro di mattoncini ben attaccati l'uno all'altro. Arriva a scompigliare il tutto, il confronto con il singolo ricordo, che giunge come uno scossone a far crollare le carte, a spargere al suolo i mattoncini.
Betty si sente più rilassata. Per un momento pensa che sia la compagnia di Andrè, ma poi si rende conto che sta assumendo il ruolo di analista, concentrandosi sull'altalena di una sessione di domande e risposte. Curiosità e compassione: i ferri del mestiere.
Attraverso
la potenza drammatica e crudamente sincera del romanzo, una spietata
condanna è pronunziata contro tutta una classe e un metodo di vita. Ma
ciò che illumina veramente, è la fede in questa verità morale, che unica
può spiegare la vita: la solidarietà umana, l'annientamento dell'io
egoista nell'amore e nella carità.
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