lunedì 15 luglio 2019

RECENSIONE #75/19 L'ILIADE - L'ULTIMA SFIDA by OMERO - BUR Bibliot. Univ. RIZZOLI



L'iliade

  • Editore: BUR Biblioteca Univ. Rizzoli; 1 edizione (24 marzo 1999)
  • Collana: Classici greci e latini
  • Lingua: Italiano
  • ISBN-10: 8817172731
  • ISBN-13: 978-8817172738


SINOSSI
Dall'ira di Achille ai funerali di Ettore: in cinquantun giorni si snoda la vicenda raccontata nell'"Iliade", il primo e il più famoso poema epico dell'umanità. L'"Iliade" è la celebrazione, proiettata in un passato di smisurata e perduta grandezza, di eroi, battaglie, imprese valorose. Ma è anche il poema dell'eterna problematicità e contraddittorietà dell'uomo, il poema in cui gli stessi eroi che compiono gesta che saranno cantate nei secoli sanno di essere destinati a una sorte dolorosa cui non possono sfuggire, in cui gloria e morte sono uniti in un nodo inestricabile. E dopo aver raccontato il traviamento dell'ira e della passione, l'"Iliade" si chiude con la dolorosa consapevolezza della fragilità umana. La traduzione di Giovanni Cerri è esemplare per l'aderenza al dettato omerico; il commento di Antonietta Gostoli, il primo completo pubblicato in Italia, si rivolge tanto allo specialista quanto al lettore colto. Accompagna questa edizione un ampio saggio del grande filologo Wolfgang Schadewaldt.



RECENSIONE

Negli ultimi canti dell'Iliade le grandi e violente passioni sembrano gradualmente consumarsi, mentre il ritmo della tragedia si placa in una sconsolata tristezza. E' il trionfo della morte, che interrompe la vita senza eliminarne i valori e i sentimenti morali, e anzi li colora di un fascino ancora più puro.
Sul piano narrativo, l'ira di Achille sposta il suo obiettivo da Agamennone ad Ettore e si concentra nella grande sfida mortale tra l'eroe greco e il condottiero troiano. Ma intanto il canto di Omero, senza rinunciare ai toni austeri e solenni della guerra che fa ancora da fondale con la sua barbarica, selvaggia, impetuosa violenza, riscatta vincitori e vinti, greci e troiani, portandoli ad un livello di più profonda e matura umanità. Il trionfo della morte diventa elegia malinconica dell'infelicità terrena e coscienza della miseria degli uomini accomunati dalla sofferenza e dal dolore.

Patroclo e il sentimento dell'amicizia generosa, il suo sacrificio e il senso di uno strazio irreparabile: lo scudo di Achille e l'evocazione dell'umana operosità, in guerra ma soprattutto in pace; il re Priamo che si reca alla tenda del Pelide per riavere la salma del figlio e la pietà che nasce da un reciproco gesto di compassione e di solidarietà; le esequie di Ettore e l'infinita mestizia della vita troppo breve e della giovinezza sempre fuggitiva: ogni personaggio e ogni episodio degli ultimi canti dell'Iliade scoprono quanto di bello, di nobile, di grande esiste ancora nell'animo umano e lo fa sopravvivere al dolore e alla morte nella speranza di un'umanità migliore.

Per questo il compianto finale su Ettore, più che l'apoteosi di un guerriero, è la purificazione di una tragedia; le passioni gigantesche dei canti precedenti su cui si sostiene anche l'implacabile ferocia del duello tra Achille ed Ettore, lasciano posto alla coscienza di più alti valori, e il canto epico acquista i toni di un sentimento struggente e doloroso.

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