venerdì 14 aprile 2023

RECENSIONE "IL PARADOSSODELLA SOPRAVVIVENZA" DI GIORGIO FALCO - EINAUDI

 

Giorgio Falco
Il paradosso della sopravvivenza
Einaudi
2023 Supercoralli
pp. 256 - € 20,00

Come prima cosa, Federico ha un corpo. Esagerato, ingestibile, deriso a scuola e compatito in famiglia. Un corpo di vent'anni e centocinquanta chili, nato con una fame ancestrale. Di cibo e di altro. Finché quell'appetito incontra lo sguardo di Giulia: ecco che Fede sarà costretto, letteralmente, a sottomettersi a una nuova forma di piacere.

Il paradosso della sopravvivenza è un romanzo sullo spazio che occupiamo ogni giorno, quasi senza badarci. E insieme una riflessione sotterranea sul potere che lo sguardo altrui esercita sulle nostre scelte. Soprattutto, è la storia di un corpo ingombrante in un mondo ingombrante, a cui corrispondono desideri ingombranti.

Il libro

Lui si chiama Federico Furlan, detto Fede, ma per tutti a Pratonovo è soltanto «il ciccione». In famiglia, a scuola, e poi da adulto, sul lavoro, Fede non può mai dimenticare il peso che si porta addosso, la tenera e inseparabile corazza di carne che lui foraggia costantemente a suon di cibo. Eppure, anche se infelice, Fede si sente invincibile. Il suo medico gli ha illustrato «il paradosso della sopravvivenza», bizzarra teoria clinica secondo cui le persone obese avrebbero un tasso di mortalità inferiore rispetto a quelle normopeso, come se il grasso facesse da scudo alle minacce del mondo. Le cose cambiano quando Fede conosce Giulia, consapevole di essere bellissima e forse ignara di trovarsi pericolosamente vicina all’anoressia. È lei a proporgli un gioco dalle regole spietate. Provate a immaginarli nudi, l’uno di fronte all’altra, lei quasi invisibile e lui che riempie tutto lo spazio: durante i loro incontri Fede ha il divieto assoluto di toccarla, e l’obbligo di mangiare senza sosta tonnellate di cibo. Giulia lo domina, fredda e dispotica, e per difendersi non c’è corazza che tenga. Cosí, pieno di vergogna, Fede prende l’unica strada che gli resta: quella della fuga. Giorgio Falco ha scritto un romanzo che contiene moltitudini: la desolazione di un paesaggio alpino non troppo dissimile dalle periferie industriali, la reificazione delle emozioni e dei pensieri, il controllo che la pornografia esercita sulle nostre pulsioni, la lotta quotidiana per la sopravvivenza che regala improvvisi lampi di comicità. Grazie a un protagonista che arriva a fagocitare se stesso, Falco ragiona su tutti i corpi – sessualizzati, perfetti, respinti, inadeguati, storpi, desiderati, mortificati, accolti – con cui ogni giorno ciascuno di noi entra in rotta di collisione. «Il mondo è il mio peggior nemico. Io sono il mio nemico».

Giorgio Falco

Giorgio Falco è nato nel 1967. Il suo primo libro, Pausa caffè (Sironi 2004), è stato finalista al Premio Chiara. Per Einaudi pubblica nel 2009 L'ubicazione del bene, con il quale vince il Premio Pisa. Nel 2014 La gemella H vince il Premio Mondello Opera Italiana, il SuperMondello e il Premio Volponi. Nel 2014 esce per L'orma editore Condominio Oltremare (con Sabrina Ragucci) e l'anno seguente Sottofondo italiano (Laterza). Del 2017 è Ipotesi di una sconfitta (Einaudi), con cui vince il Premio Pozzale Luigi Russo, il Premio Napoli e il Premio Biella Letteratura e Industria. Nel 2020, sempre per Einaudi, esce Flashover. Incendio a Venezia e nel 2023Il paradosso della sopravvivenza.

 RECENSIONE

Falco, nel nuovo romanzo un 'The Whale' di nome Fede.

Federico detto Fede è il protagonista di questo romanzo dello scrittore lombardo Giorgio Falco (1967).
Fede somiglia al Charlie di 'The Whale', film di Darren Aronofsky basato sull'omonima pièce teatrale di Samuel D. Hunter. Charlie è obeso e infelice come Fede. Il dolore di Fede è ben racchiuso in alcune significative pagine del romanzo, in cui il ragazzo, ormai diciottenne parla con il suo medico. Il dottore si chiama Cles e conosce Fede da sempre, 'lo ha visto crescere e ingrassare'. Il dottor Cles per definire Fede ha adottato nel corso degli anni vari appellativi, lo ha chiamato 'paffutello, paffuto, rotondetto, pienotto, robustello, robusto, cicciottello, cicciotto, grassottello, grassoccio, fino alle definizioni abituali di grasso e obeso'. Fede quando va dal dottor Cles si pesa. La bilancia segna sempre lo stesso numero: centocinquanta. Peso costante, ma potrebbero esserci dei chili in più che la bilancia non è in grado di indicare. Quindi Fede pesa 'almeno' centocinquanta chili. Fede quando parla di sé afferma di avere 'un sacchetto dell'immondizia pieno d'acqua al posto del ventre'. Soffre. Non vuole essere così come è. E dice di essere così come è perché non ha la fidanzata: 'se avessi la fidanzata, non sarei obeso. Ma siccome non ho la fidanzata mangio tanto, ingrasso ancora, e più ingrasso, più diminuiscono le possibilità di trovare la fidanzata, e allora mangio'. 
 
Il titolo del libro 'Il paradosso della sopravvivenza' si riferisce al colloquio che Fede ha con il dottore; il medico gli spiega che 'gli obesi, con scompensi cardiaci o dopo un evento cardiovascolare, hanno un tasso di mortalità inferiore rispetto ai pazienti magri'. Ed è quello che il medico chiama 'Il paradosso della sopravvivenza'. Il dottor Cles snocciola la teoria e sostiene che 'ciò che ci uccide ci protegge, almeno in una prima fase'. Cles consiglia a Fede di camminare, di passeggiare attorno al lago. Fede precisa che lui non è 'uno di quei ciccioni che si vedono nei film americani'. Perché 'studio, leggo, a volte guardo la tele e ascolto musica. Più che altro studio e leggo'. 
 
Fede non si sente capito dai genitori, con loro ha rapporti formali, confessa, perché loro 'non vogliono vedere il mio peso, soprattutto mia madre. Parlano del liceo, delle interrogazioni, dell'andamento scolastico, della facoltà universitaria alla quale mi iscriverò. Parlano del lavoro che potrei svolgere in futuro. Non parlano mai del fatto che sono un quintale e mezzo, se avrò o non avrò una fidanzata, una famiglia. Fingono di non accorgersi di nulla'. Fede, dopo il colloquio con il dottore si sente sollevato, sereno. Qualcuno lo ha ascoltato, qualcuno si è accorto di lui. 'Ha riversato sul dottor Cles tutta la sua pena di vivere. È entrato nell'ambulatorio con la sensazione di avere un pozzo al posto del corpo, di precipitare nel pozzo senza alcuna possibilità di uscirne, di essere il pozzo'. 
 
Fede dopo il colloquio con il dottor Cles non trema più. Fede è assetato d'amore. Quando finalmente incontrerà una ragazza, Giulia, quella relazione sarà una tortura. Lei magrissima lo costringerà a guardarla nuda mentre, anche lui nudo, dovrà stare fermo a mangiare a quattro ganasce. Sarà questo il modo in cui Giulia deciderà di concedersi a Fede. Un ricatto crudele: mangiare e mangiare, cibarsi di lei con gli occhi. Giulia lo condanna all'astinenza dell'eros e lo sprona alla bulimia alimentare. L'ennesimo dolore di un'anima spezzata, in un mondo basato sull'effimero.

 

Nessun commento:

Posta un commento