Venere di Salò, indagine per Martin Bora
Misteri e intrighi sul lago di Garda nell'autunno del 1944
BEN PASTOR, "LA VENERE DI SALO"
Sellerio
pp.464, euro 16,00
traduzione di Luigi Sanvito
Martin
Bora, il detective della Wehrmacht, eroe tormentato con cui Ben Pastor
ha conquistato gli appassionati del giallo storico, indaga sul furto di
un quadro di Tiziano, conservato in una villa di Salò requisita dai
tedeschi. A complicare le cose la scoperta in successione di tre
cadaveri.
Il libro
Ottobre 1944, il colonnello Martin von Bora, dell’Abwehr, il servizio
segreto militare tedesco, viene prelevato da agenti della Gestapo e
trasportato a Salò, nella Repubblica Sociale Italiana. Già i modi al
solito bruschi del trasferimento allarmano Martin: lui è un soldato
fedele ma è contrario ai metodi nazisti e, per via della propria
educazione da aristocratico, è apertamente sprezzante verso i
comportamenti da bruti volgari dei caporioni hitleriani. L’incarico
assegnatogli sulle rive del Garda sembrerebbe un normale collegamento
tra i due comandi. Un impegno che al valoroso soldato, dopo sette anni
di guerra, sembra stagnante ma che in realtà forse nasconde un risvolto
segreto. È stato rubato un favoloso dipinto dalla casa del milionario
Pozzi, un affarista piuttosto rozzo arricchitosi tra l’altro con i
traffici di guerra. È una grande tela nota come La Venere di Salò,
opera del Tiziano, un’immagine irresistibilmente sensuale e carica di
arcani simbolismi. Chi l’ha rubata e soprattutto perché? Vi è un
messaggio nel furto, un significato importante nel quadro? Per poterne
tracciare i movimenti Bora deve inoltrarsi in una foresta di opposti
interessi, di passioni ardenti, di lotte interne al regime e tra
fascisti e nazisti: tre donne si sono sospettosamente suicidate, Pozzi
ha una figlia bellissima che in qualche maniera richiama la Venere e
un cognato raffinato e subdolo; si sa che Göring tramite una rete
segreta sta ramazzando ovunque capolavori italiani; intanto i partigiani
incalzano e appena da pochi mesi è fallita l’Operazione Valchiria, la
congiura più pericolosa contro il macabro tiranno a cui è seguita una
terrificante decimazione di ufficiali sospetti oppositori. E proprio
quest’ultima circostanza sta per bruciare il nobile colonnello, contro
il quale, ora privo di protettori, la Gestapo ha istruito un minaccioso
dossier.
La Venere di Salò è il dodicesimo romanzo che la
specialista del giallo storico Ben Pastor ha dedicato alla figura del
nobile ufficiale Martin Heinz von Bora, dalla Guerra di Spagna alla fine
della Seconda guerra mondiale. È un ritratto complesso, che include
vicende intime e personali, meglio dire: è la biografia di un
personaggio tragico che, sulla base di una meticolosa ricostruzione
storica, mediante la chiave del thriller scava in uno dei drammi o dei
misteri della storia novecentesca. La posizione di quei militari
tedeschi che si trovarono divisi tra la lealtà alla divisa e
l’avversione a Hitler.
RECENSIONE
Un labirinto di morti sospette si intreccia alla sparizione di un prezioso dipinto, nei giorni in cui la Repubblica sociale italiana vede consumarsi gli ultimi sussulti del nazifascismo.
Sulle rive del Garda, nell'autunno di nebbie e violenza
del 1944, torna in azione il colonnello Martin Bora,
l'ufficiale-detective creato da Ben Pastor, scrittrice nata in Italia ma
naturalizzata americana che ha aperto una nuova via al mystery storico,
coniugando la minuziosa documentazione a un coinvolgente
approfondimento psicologico di personaggi e contesti del passato.
Questa è la dodicesima avventura dell'aristocratico militare della
Wehrmacht, lacerato tra il giuramento di fedeltà alla patria e gli
orrori di un regime da cui si è progressivamente isolato, tanto da
finire nella lista nera di Ss e Gestapo. Bora viene inviato nella zona
di Salò per investigare sul furto di un quadro di rara sensualità, una
Venere di Tiziano, ma la sua attenzione viene ben presto attirata da un
suicidio con molti dubbi cui seguiranno altri casi analoghi. Si profila
l'ombra di un serial killer, mentre l'ufficiale deve fronteggiare nemici
palesi e occulti. Le forze armate repubblichine e quelle tedesche non
nascondono la reciproca insofferenza, in una danza macabra sempre più
sospesa sull'orlo dell'abisso.
La Venere di Salò è
probabilmente, insieme a Kaputt Mundi, il romanzo più suggestivo della
serie. Lo scenario è il crepuscolare, decadente mondo della Repubblica
di Salò, dove "il potere e i suoi simboli roteavano lenti, come schiuma
che si avvicina allo scarico prima di cadervi dentro". L'intero romanzo è
pervaso da un senso di fine imminente, come nella scena delle
celebrazioni a Milano per l'anniversario della marcia su Roma: "Una
resurrezione spastica di terminazioni nervose, nient'altro.
Vecchie canzoni, vecchie grida e l'inutile rimbombo degli stivali.
Eppure tutto aveva un che di coraggiosamente, eroicamente folle".
Martin Bora si muove sul filo del rasoio, in un mondo allo sbando dove i
piccoli gesti di umanità sono un'ancora di salvezza. Incontra
personaggi della storia, dal maresciallo Graziani ai famigerati Priebke e
Kappler, e si trattiene in colte conversazioni con il saggio antiquario
ebreo Conforti, rassegnato al suo destino tanto da rifiutare l'offerta
di una via di fuga. Vere coprotagoniste del libro sono la Venere di
Tiziano e il suo riflesso in carne e ossa, la seducente Annie Tedesco,
figlia del proprietario del quadro rubato. Per l'ufficiale, reduce dalla
traumatica fine del suo matrimonio, l'enigmatica italiana diviene
ossessione e rifugio, come le emozioni suscitate dal dipinto: "Sembrava
perdere corporeità nella penombra... il suo pallore e i capelli bruni la
assimilavano a un simulacro di notte e avorio". Intanto i nemici di
Martin si preparano a stringergli il cappio al collo, raccogliendo prove
schiaccianti sulla sua infedeltà al nazismo, mentre l'ufficiale finisce
anche nel mirino dei partigiani. Il lago di Garda e le sue nebbie sono
fitti di pericoli, ma Bora non tenta in alcun modo di evitarli: "Le cose
che il tedesco temeva erano quelle verso cui andava sempre". Il colto,
malinconico, inquieto eroe della scrittrice dovrà smascherare il
colpevole e provare a sfuggire al plotone di esecuzione, in un finale
difficile da dimenticare.
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