lunedì 24 aprile 2023

RECENSIONE "IL RICATTO DEL GAMBERO. DAI RIBELLI DEL '68 AI MOSTRI DEL METAVERSO" DI FABRIZIO FUNTO' - LEPRE EDIZIONI

Il ricatto del gambero. Dai ribelli del '68 ai mostri del metaverso

Fabrizio Funtò
pubblicato da La Lepre Edizioni

Collana Visioni  

Pubblicato 24/10/2022

Pagine 462- Euro 24,00




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Il libro

Arturo Rocchi, genio dell'informatica, si rifugia rocambolescamente negli Stati Uniti durante gli anni della contestazione studentesca per sfuggire a una vendetta, diventando un nome nel campo dell'innovazione tecnologica. Molti anni dopo un'indagine della magistratura su morti sospette di militanti fascisti e su vecchi terroristi di sinistra lo riporta a Roma. Qui prova a costruire un prototipo della sua ultima invenzione, che potrebbe migliorare il destino dell'umanità. Lavorerà con un gruppo di studenti dell'Università di Roma, dando loro l'inebriante e ineguagliabile sensazione di anticipare il futuro. Incontrerà anche il suo primo amore, che da molti anni custodisce un segreto che lo riguarda. Gruppi di investitori privati e la Commissione Europea si contenderanno lo sfruttamento dell'invenzione di Arturo, ma ci saranno altri omicidi e la magistratura continuerà a nutrire sospetti su di lui. Il romanzo, ispirato da vicende realmente accadute, inizia con la storia del Movimento studentesco e si conclude con una riflessione profonda sulle recenti scoperte nel campo dell'Intelligenza Artificiale, destinate a trasformare il mondo che conosciamo, e sulla necessità di liberarci dai ricatti del passato. Prefazione di Adriano Sofri. Postfazione di Franco Lo Piparo.  

RECENSIONE

Il ricatto del gambero. Dai ribelli del '68 ai mostri del metaverso

Un romanzo di fatti, sentimenti e riflessioni sul nostro domani

Arturo Rocchi parla del ''controllo della cultura, dell'editoria, e forse anche della conoscenza. Il controllo per decine o centinaia di milioni di esseri umani di fare un salto culturale, di aprirsi a un qualcosa che è completamente diverso'', a proposito del suo ''Processore Culturale'', un progetto rivoluzionario, ''una scheggia di paradiso in terra'', che è al centro di questo romanzo in cui si incontrano cronaca e realtà virtuale, o, come recita il sottotitolo, va ''dai ribelli del '68 ai mostri del metaverso''. 

    Sì, perché l'anelito non tradito negli anni è appunto quello del periodo della contestazione, della fantasia al potere, della visione politico, del mondo da riformare, anche se qui si parte da una data precisa, il 1977 in cui la ribellione della sinistra extraparlamentare, di cui Arturo fa parte, vede alcuni, con cui lui non è d'accordo, trasformarla in lotta violenta, in sovversione armata. E quindi si trova poi costretto a espatriare rapidamente, perché accusato di essere autore di una spiata alla polizia che ha causato la morte di due compagni. 

    Come accaduto a tanti, lo studiare e lavorare in America è la sua fortuna, avendogli permesso di diventare quell'ingegnere informatico di fama internazionale che è quando torna in Italia 40 anni dopo, dando inizio a un'avventura idealista e concreta assieme che è la sostanza della narrazione. Il nuovo si intreccia con passato, che, se non si sono chiusi i conti, ritorna sempre, connotando di giallo la vicenda con persone e fatti che cercano di mettere i bastoni tra le ruote. Quelle del nostro protagonista, grazie alla sua passione, iniziano subito a girare, ma calate nella nostra realtà accademica e della ricerca, fatta di giochi di potere e invidie, mentre lui si prefigge di lavorare con i giovani, gli studenti dell'università di Roma che presuppone più aperti alle novità e al pensare il futuro. 

    Arturo vorrebbe mutare la dittatura dell'algoritmo in qualcosa di rivoluzionario capace di unire tutti i popoli della terra. Per questo il suo Processore funziona solo se non tratta parole (se non ha a che fare con la confusione della lingue) ma esclusivamente numeri e relazioni codificate, per riuscire a immagazzinare, a memorizzare praticamente tutta la conoscenza, la cultura umana e metterla disposizione di ogni persona. 

    L'intenzione, il sogno sarebbe di, ogni volta, ''non ripartire da zero nell'educazione dei nostri giovani; la loro crescita culturale sarebbe enormemente accelerata nel giro di poche generazioni''.
    Un romanzo quindi particolare, di un autore che ha sempre lavorato sulla realtà virtuale e oggi è un esperto di Intelligenza Artificiale e propone questa storia certamente di buona leggibilità e con una scelta narrativa che coinvolge, essendo sviluppata tutta per dialoghi, con notazioni e raccordi che fanno pensare quasi a un lavoro teatrale fiume o la base per una sceneggiatura. 
 
Un romanzo che ha la prefazione di Franco Lo Piparo, docente di linguistica e presidente della Società Italiana di Filosofia del Linguaggio, che ha esordito nel 1974 con un saggio intitolato: ''Linguaggi, macchine e formalizzazione''. Nel suo scritto parla di ''racconto filosofico'', mettendone in rilievo le derivazioni da Wittgenstein e Nietzsche, e trova che il Processore in questione, anche se il suo autore ''scienziato-filosofo sessantottino non lo sa'', sia la ''versione digitale della Torre di Babele'', ricalcando ''le orme dell'avventura biblica e del suo fallimento'', ma con una conclusione al contrario, perché il limite che definisce ciò che è umano da ciò che è divino e illimitato non porta in paradiso, ''ma è mostruoso e vi scaraventa in qualche inferno''. 

    Questo solo per indicare le linee generali di questa storia, che è ricca anche di fatti, tanto che vi sono alcuni omicidi, indagini della magistratura, giochi economici legati all'invenzione di Arturo di investitori privati e anche della Commissione Europea e naturalmente storie d'amore.

 

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