martedì 22 gennaio 2019

RECENSIONE - IN UN CHIARO, GELIDO MATTINO DI GENNAIO ALL'INIZIO DEL VENTUNESIMO SECOLO by ROLAND SCHIMMELPFENNIG - FAZI EDITORE



In un chiaro, gelido mattino di gennaio all’inizio del ventunesimo secolo

Roland Schimmelpfennig 

FAZI EDITORE

Collana: Le strade
Numero Collana: 376
Pagine: 232
Codice isbn: 9788893252027
Prezzo in libreria: € 18
Codice isbn Epub: 9788893255363
Prezzo E-Book: € 9.99
Data Pubblicazione:17-01-2019




Traduzione di Stefano Jorio

In un chiaro, gelido mattino di gennaio all’inizio del ventunesimo secolo un lupo attraversa il confine polacco-tedesco e si dirige verso Berlino. Un manovale polacco bloccato in autostrada a causa di un incidente lo vede e lo fotografa. La sua compagna fa pubblicare la foto. Negli stessi giorni due adolescenti scappano di casa e dalla provincia brandeburghese si mettono in viaggio per raggiungere la capitale, dove sperano di rintracciare un amico; un padre alcolista esce dalla clinica e si mette sulle tracce dei due ragazzi; una madre depressa torna nei luoghi della sua radiosa gioventù; un losco cileno proprietario di un locale tinteggiato di nero ospita i due ragazzini… E mentre la città, coperta di neve, s’impregna di un misto di paura e attrazione verso il lupo e crede di avvistarlo in ogni angolo, l’animale si nasconde, si sottrae, per poi apparire dove nessuno se lo aspetta. Una silenziosa parabola del cercare, del morire, del bere, del perdersi e del ritrovarsi segna il debutto narrativo del drammaturgo tedesco più tradotto al mondo.

In un chiaro, gelido mattino di gennaio all’inizio del ventunesimo secolo è una fiaba metropolitana ambientata sul palcoscenico minimalista della Berlino dei nostri giorni: Schimmelpfennig posiziona i riflettori in modo da illuminare di volta in volta un solo angolo della scena, mostrandoci personaggi incapaci di uscire dalla solitudine del loro cono di luce; sullo sfondo, i fantasmi della DDR incontrano i mostri della gentrificazione.

«Una geniale favola dai molti risvolti».
«Financial Times»

«Un romanzo potente, straordinariamente impetuoso e contemporaneo – una narrazione ad anelli avvincente e perturbante».
«Der Spiegel»

«Schimmelpfennig connette il quotidiano con il mitico, e lo fa con una leggerezza che è tedesca quanto García Márquez in un giorno di sole». 

«Un libro commovente, che cattura in modo delicato ed esperto un’atmosfera predominante nella società: quella del disorientamento, della desolazione, dei sentimenti inespressi».
«Deutschlandradio Kultur»

Roland Schimmelpfennig


Nato nel 1967 a Göttingen, è uno dei più noti e premiati drammaturghi tedeschi contemporanei. Dopo un periodo come giornalista a Istanbul, ha frequentato un corso di regia e ha successivamente collaborato alla direzione artistica del Münchner Kammerspiele. I suoi lavori sono stati messi in scena in oltre quaranta paesi. Questo è il suo romanzo d’esordio, finalista al Leipziger Preis.
«The Village Voice»




RECENSIONE

 Un lupo solitario e misterioso, si addentra nel fitto di una natura selvaggia che la città nasconde e proibisce. Non sente rumori attorno a sè, solo il battito del suo cuore e vede passare gli occhi ciechi delle macchine, come se non l'avessero mai visto.

Comincia così un lungo pellegrinaggio, un viaggio sulla superficie ghiacciata dell'Oder, dominata da un silenzio irreale, il cui paesaggio s'impregna di un misto di paura e attrazione verso un lupo e crede di avvistarlo in ogni angolo, l'animale si nasconde, si sottrae, alla curiosità e violenza dell'uomo, per poi apparire dove nessuno lo aspetta.

L'autore trova una serie di similitudini tra gli uomini e il lupo, e il proprio percorso di ricerca sul destino del mondo che esercita sul drammaturgo un fascino colmo di terrore. Per il lupo a cui stavano dando la caccia, quel territorio era una scelta di luogo prevedibile. Era vicina al confine polacco-tesesco e si dirige a Berlino. D'altra parte si trattava solamente di un'avvistamento che non accadeva dal lontano 1984. Il lupo se fosse riuscito a resistere a ciò che restava dell'inverno, poi le fonti di cibo si sarebbero fatte più abbondanti. Ma quel giorno era arrivato ai margini della città.

La storia che Schimmelpfennig racconta in modo semplice e avvincente è quella di una fiaba metropolitana che costringe il lettore a immergersi nell'atmosfera magica in cui i riflettori illuminano di volta in volta quel susseguirsi di coincidenze, (che forse coincidenze non sono, ma un filo rosso che impedisce all'autore di perdersi nel suo scrivere).

In questo romanzo Roland Schimmelpfenning, ci offre la chiave del suo universo interiore, della sua relazione particolare con il mistero della parola cercare, del morire, del bere, del perdersi  e del ritrovarsi attribuita al lupo, e dell'arte in genere. E ancora, la solitudine e la vecchiaia. E' un romanzo profondo, sorprendente, un romanzo di incontri, forse reali, forse letterari o di fantasia, che sembrano raccontare più di un'assenza che di un amore.

Un romanzo che trasmette al lettore l'impressione della vita. Una storia sulle ambizioni mal riposte e la fragilità delle passioni. Il lupo spinto da un impulso irrefrenabile per la sopravvivenza, per la vita, si addentra nel territorio al confine tra Germania e Polonia. Seguendo la cadenza della prosa e della cronaca, racconto di un evento cruciale per il destino degli uomini, un palcoscenico di sogni, tragicomico orizzonte di contraddizioni, scenario di velleitari progetti e scontri drammatici. Fino all'ultimo incontro, che l'attende da sempre a un appuntamento indifferibile e all'orizzonte si addensano le prime ombre del DDR.

La città di Berlino si spegne nel buio dell'austerity, si sporca di sangue e di violenza, mostra il male che si annida e lascia un segno sul destino di tutti.

Il narratore di questo romanzo è più simile ad un uomo errante, è incapace di trovare pace, di legarsi a luoghi o persone. Forse il senso del suo cammino sta proprio nell'itinerario raccontato e nei personaggi che la strada gli presenta come un regalo.

Una storia di solitudini e relazioni che è metafora della vita di ognuno. Una ricerca alle grandi domande esistenziali; perchè solo attraverso il confronto, come in un dialogo socratico, si può tentare di far emergere la verità.

Gli uomini devastano, uccidono, per noia o come giustizieri della notte. Il lupo ha lasciato quelle terre vastissime e silenziose, popolate dalla sua specie, fiumi maestosi, alberi giganteschi, per approdare a Berlino. E il contatto con l'uomo bianco e la sua civiltà diventa proposta di vita in un mondo fondato sulla violenza del potere, sull'ingiustizia, sul pregiudizio, sulla cieca sopraffazione.

I personaggi descritti e il loro disturbo psicologico ed emotivo era profondo e silenzioso, banale, eppure tragico nella loro agghiacciante normalità. Era una scatola sigillata all'interno della quale infuriava una tempesta. Un uomo su cui gravava la sua stessa ombra.

Il racconto rivela altri aspetti dell'arte del drammaturgo Schimmelpfenning, il sentimento della natura, il respiro della steppa, le voci e gli odori del bosco, i colori del cielo, il mutare delle stagioni ma anche la solitudine umana.

L'autore ci mostra con crudezza e partecipazione gli aspetti feroci e inumani che contraddistinguono questa nostra società, troppo occupata a perseguire un folle e spietato delirio d'onnipotenza, ma ci dice anche che la vita perduta la possiamo ritrovare fermandoci un momento e ripensando al passato da cui veniamo.


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