martedì 22 gennaio 2019

RECENSIONE - SPERANDO CHE IL MONDO MI CHIAMI by MARIAFRANCESCA VENTURO - LONGANESI





Sperando che il mondo mi chiami – 17 gen 2019

 Editore: Longanesi (17 gennaio 2019) 
Collana: La Gaja scienza 
Lingua: Italiano 
Collana: La Gaja scienza

ISBN-10: 8830450960 
ISBN-13: 978-8830450967




SINOSSI

Carolina Altieri ogni mattina si sveglia all'alba per andare al lavoro. Indossa abiti impeccabili, esce di casa, sale su un autobus e accende il cellulare sperando che una scuola la chiami. Carolina fa il mestiere più bello del mondo, ma è ancora, e non sa per quanto, una maestra supplente, costretta a vivere alla giornata senza poter mai coniugare i verbi al futuro, né per sé né per i suoi allievi. Attraverso ore che scorrono in un continuo presente, scandito solo dalle visite a una tenerissima nonna e dall'amore travolgente e imperfetto per Erasmo, Carolina racconta il rocambolesco mondo della scuola, popolato da pendolari speranzosi e segretarie svogliate, e la sua passione per i bambini, che tra sorrisi impetuosi, inaspettate verità e abbracci improvvisi riescono sempre a sorprenderla e a insegnarle qualcosa. E sarà proprio questa passione a costringerla a imprimere una svolta alla sua vita eternamente sospesa e a cambiarle il destino.






RECENSIONE


Carolina Altieri, passa la sua vita  cercare di trasmettere l'amore per l'insegnamento, è il suo sogno. Eppure qualcosa nella sua vita sembra sfuggire all'ordine, non trovare il posto giusto. Il senso del futuro finisce per perdersi in una caotica imprevedibilità.

La giovane precaria era incapace di andarsene da casa. Per questo aveva sviluppato un sistema di sopravvivenza che le permetteva di muoversi con cautela in una realtà che ha deluso le alte aspettative che nutriva rispetto ai suoi progetti. 

Carolina si era sentita travolta da quegli eventi che sfuggivano al suo controllo. La sua vita non prevede errori, sbavature, storture, semplicemte la sua vita non decolla, non si sente "vincente, per non essere ambiziosa, per essere solo, banalmente, precaria. 

Vive una doppia vita: quella che comincia quando presenta domanda per le supplenze di scuola, e quella che vive in casa. Rincuorata sempre dal racconto della nonna, anche lei maestra che le racconta qualche aneddoto sulla sua infanzia disastrata, giusto per sottolineare quanto lei fosse fortunata a non essere nata povera.

<<Siamo noi gli artefici del nostro destino perchè agiamo, ci comportiamo, prendiamo decisioni nel presente, ma in funzione di come pensiamo il nostro domani>>, le ricorda sempre la nonna.

Per puro masochismo trascorre il tempo di un caffè al bar di fronte casa, inviadiando gli avventori che facevano la vita che sogna lei.

Il suolavoro di supplente di scuola è soggetto a regole ferree, decreti attorcigliati dentro tempeste sporadiche che ne capovolgono, ogni tanto e con cautela, il senso e la struttura per far ricominciare il gioco senza passare dal via con una riforma. 

Aspettare? Aspettare che cosa? Carolina cerca di mettere ordine tra i ricordi, ma le sfuggono, le scivolano tra le dita come pesci ancora vivi che, alla minima disattenzione, si rituffano in acqua. Ricorda le passeggiate  lungo strade polverose. Si portava dietro un libro, si sedeva e osservava la città di Roma che aveva intorno.

Il cielo era sgombro di nuvole ma data l'ora tarda sprofondava nei colori della malva, delle rose. Forse il profumo della memoria dipende dal posto in cui abbiamo conservato i ricordi.

Non sa perchè si ritrova qui, dentro una vita in bilico dove ha costruito così poco. Vorrebbe incolpare il destino, i suoi  genitori o anche solamente la sfortuna per non avere ancora una vita sua che comprenda un marito, una casa, una famiglia.

I giorni della supplenza sono finiti, da dove cominciare? Come si calcola l'amore di una maestra che ti regale il tempo? Sarà all'altezza? Comincia da questi alunni che lei, maestra saggia ha saputo coltivare.

Lei così precisa, autorevole, composta sulla cattedra che la innalza e verso cui tutti si dirigono, una bussola esatta a disposizione dei naufraghi, un dizionario completo pronto ad aprirsi ogni volta che c'è bisogno di una risposta, una definizione.

E' la scuola che parla adesso, mischiando i destini di bambini, genitori e maestri tra vortici di cultura. <<Datemi il mio sogno.>> Carolina, si sente vinta da questa sottospecie di abbandono delle sue forze mascherate da: <<Se vuoi una cosa te la devi conquistare con le tue capacità, solo le tue capacità, nient'altro che le tue capacità!>>.

Dentro la sua rabbia c'è tutto il suo mondo: alunni, nonna, Erasmo, le graduatorie, i master on line.>> Intanto, la giostra del precariato gira, Carolina scopre di camminare sulla stessa strada  ma, con mete diverse. Per la prima volta accoglie i cambiamenti, avvenute all'interno della scuola. Quella di sua nonna, di suo padre, e di sua madre non esite più, sono rimasti solo in pochi che l'hanno frequentata.

Erasmo, non ha bisogno di spiegazioni, la lascia semplicemente fare, a lui va bene farsi trascinare, allontanarsi dal pericolo delle decisioni. La vita di Carolina è un viaggio continuo, è triste ma si riappacifica col presente, col futuro e con tutto il tempo che spero ancora di avere.

La storia con Erasmo sbiadisce piano, piano, senza lasciare ferite profonde e forse domani sarà solo un ricordo. Ora ritorna a Roma, dove a sentito parlare della scuola Maria Montessori.

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