NELL'EPOCA DELL'INGANNO UNIVERSALE
DIRE LA VERITA' E' UN ATTO RIVOLUZIONARIO
GEORGE ORWELL
Sogni e favole Copertina rigida – 10 gen 2019
di
Collana: Scrittori
SINOSSI
Roma, 1983. Il Novecento brilla ancora. Emanuele, neppure ventenne,
lavora in un cineclub del centro. Una notte, al termine di un film di
Tarkovskij, entra in sala e vi trova un uomo solo, in lacrime. È Arturo
Patten, statunitense trapiantato a Roma, uno dei più grandi fotografi
ritrattisti. Per tutto lo scorcio del secolo, Emanuele ascolterà la
lezione del suo amico, Lucignolo e Grillo Parlante assieme, che vive la
vita con invidiabile intensità, e grazie a lui incontrerà Cesare
Garboli, il «grande critico» cui è qui dedicato uno splendido cammeo,
che prima di morire gli affiderà la missione di indagare su Metastasio e
sul suo sonetto "Sogni, e favole io fingo". «Favole finge» tutta la
grande letteratura moderna qui evocata, da Puskin a Pessoa fino ad
Amelia Rosselli, somma poetessa italiana del Novecento, che abita nella
stessa strada di Arturo e che come lui lascerà la vita per scelta;
Emanuele incontrerà più volte quel meteorite umano, sempre in fuga da
oscuri e spietati nemici, e con Arturo è lei, e la sua eredità, l'altra
protagonista di questo «libro strano» di Trevi - romanzo autobiografico e
divagazione saggistica assieme, sette anni dopo "Qualcosa di scritto".
Arturo, Amelia, Metastasio guidano lui e noi nel cuore di una Roma
piovosa e arcaica, nel cerchio simbolico della depressione e
dell'insensatezza, verso l'approdo vitale dell'illusione: se, come
scrive Metastasio, le storie inventate suscitano in noi la stessa
commozione delle vicende reali, forse di sogni e favole è fatta la vera
vita.
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