giovedì 22 febbraio 2024

REVIEW: BLAKEMORE, LE STREGHE DI MANNINGTREE DI A.K.BLAKEMORE, FAZI EDITORE

 

Blakemore, siamo tutte connesse con la caccia alle streghe

La poetessa scrittrice in Italia con il suo romanzo d'esordio 

A.K. Blakemore

Le streghe di Manningtree

BLAKEMORE, LE STREGHE DI MANNINGTREE 

FAZI EDITORE

PP 334, EURO 18,50

Titolo originale: The Manningtree Witches
Collana: Le strade
Numero collana: 555
Data pubblicazione: 17-10-2023 
 
Il libro 
 

Traduzione di Velia Februari

Inghilterra, 1643. Il Parlamento combatte contro il re, la guerra civile infuria, il fervore puritano attanaglia il Paese e il terrore della dannazione brucia dietro ogni ombra. A Manningtree, una cittadina della contea dell’Essex privata dei suoi uomini fin dall’inizio della guerra, le donne sono abbandonate a se stesse; soprattutto alcune di loro, che vivono ai margini della comunità: le anziane, le povere, le non sposate, quelle dalla lingua affilata. In una casupola sulle colline abita la giovane Rebecca West, figlia della vedova Beldam West, «donnaccia, compagna di bevute, madre»; tra un espediente e l’altro Rebecca trascina faticosamente i suoi giorni, oscurati dallo spettro incombente della miseria e ravvivati soltanto dall’infatuazione per lo scrivano John Edes. Finché, a scombussolare una quotidianità scandita da malelingue e battibecchi, in città non arriva un uomo: Matthew Hopkins, il nuovo locandiere, che si mostra fin dal principio molto curioso. Il suo sguardo indagatore si concentra sulle donne più umili e disgraziate, alle quali comincia a porre strane domande. E quando un bambino viene colto da una misteriosa febbre e inizia a farneticare di congreghe e patti, le domande assumono un tono sempre più incalzante…
Le streghe di Manningtree è la storia di una piccola comunità lacerata dalla lenta esplosione del sospetto, in cui il potere degli uomini è sempre più illimitato e la sicurezza delle donne sempre più minata. Il primo romanzo di A.K. Blakemore, premiato in patria come miglior esordio dell’anno, sostenuto da una scrittura magistrale e pervaso di atmosfere vivide, è un libro emozionante e viscerale che ha rivelato un nuovo, straordinario talento.

«Non è solo il miglior romanzo d’esordio che io abbia letto da anni, è il miglior romanzo storico che io abbia letto dai tempi di Wolf Hall».
Sandra Newman

«Ho adorato questo esordio: affascinante, avvincente, sconvolgente. Blakemore cattura in maniera indimenticabile la vergogna della povertà e dell’abbandono sociale e l’intrigante minaccia costituita dalle donne lasciate sole, ma unite, in un romanzo che trasporta il lettore nel mondo di coloro che la Storia ha cercato di rendere muti».
Megan Nolan

«Un esordio eccezionale. Riconosciamo queste donne – i loro desideri, le loro paure e la loro rabbia – perché, sembra suggerire il romanzo, non c’è molto che ci separi da loro, dopotutto».
«The Observer»

«Una lingua di una bellezza irresistibile. Le streghe di Manningtree si avventura in luoghi oscuri, ma lo fa portandosi dietro un pugnale ingioiellato. Un libro che appartiene ai perseguitati. In queste pagine, in tutto il loro ordinario splendore, quelle donne possono finalmente vivere».
«The Guardian»

   Donne perseguitate, condannate a morte, tenute ai margini della società, costrette a combattere contro la miseria e l'abbandono, accusate di stregoneria, ma unite. Tra realtà e finzione, la scrittrice londinese A.K. Blakemore ci porta nel 1643 a Manningtree, cittadina della contea del Sussex, in Inghilterra, dove la caccia alle streghe, durante la guerra civile inglese, colpisce Rebecca West e sua madre e come loro tante altre donne denunciate, imprigionate, impiccate. Lo fa nel suo primo romanzo 'Le streghe di Manningtree', pubblicato ora in Italia da Fazi Editore, nella traduzione di Velia Februari e con il quale la poetessa e scrittrice è stata protagonista all'ultima edizione di Più Libri più Liberi a Roma.

    "Mi ha sempre appassionato molto la storia delle streghe, della stregoneria. Il romanzo è basato su fatti reali accaduti a Manningtree, dove vive mio padre e ho voluto approfondire questa storia spesso resa surreale e con eccessive esagerazioni" racconta  la scrittrice-poetessa. 


    Quali sono gli elementi di fiction? "Trattando i fatti di quel periodo, dovevo accettare che non ci poteva essere una vera obiettività. C'è sempre un mix di reale e fantastico. Il generale dei cacciatori di streghe Matthew Hopkins e il suo socio John Stearne, che operarono nell'Anglia orientale e nelle contee nell'orbita di Londra dal 1644 al 1646, contribuirono alla condanna a morte per stregoneria di un numero di donne che oscilla tra le cento e le trecento. Le streghe di Manningtree è la mia versione su ciò che è accaduto. Mi ha sempre attratta il lato più oscuro delle cose, le nostre paure, i film dell'orrore, le serie tv sui vampiri. Mi è sempre piaciuto immaginare storie di paura e mostri, anche per spaventare me stessa. Ci sono aspetti da brividi e divertimento". 


    A Manningtree la giovane Rebecca vive in una casupola sulle colline, si trascina in un'atmosfera cupa con lo spettro della miseria che incombe, ma il suo cuore gioisce quando pensa allo scrivano John Edes. Tutto cambia quado in città arriva l'inquisitore Hopkins che fa strane domande alle donne più umili e disgraziate. Paure e sospetti cominciano a insinuarsi per le strade della cittadina quando un bambino si ammala e farnetica di congreghe e patti. Arriveranno il processo, le impiccagioni. 


    "Sono femminista, mia madre è femminista. Essere così fa parte di quello che sono e della mia idea politica. In questo romanzo ho cercato di raccontare come la stregoneria e la caccia alle streghe siano basate sulla misoginia e sulla violenza di genere, ma non bisogna guardare al passato, perché il contesto in cui è accaduta la caccia alle streghe è unico e diverso da oggi. Si può vedere una certa continuità, è una tematica ancora attuale, ma ci sono tante differenze" sottolinea Blakemore che ha 32 anni. "Non vorrei che questo libro fosse letto come un'allegoria del mondo di oggi. Spero possa aprire gli occhi sulle paure, su nostri aspetti poco indagati. È la storia delle donne, perché tutte siamo connesse con la caccia delle streghe e tutte in qualche modo siamo legate a questo nel nostro albero genealogico". 


    Vincitrice con questo romanzo del Desmond Elliott Prize per il miglior esordio del Regno Unito, A.K. Blakemore, nome d'arte di Amy Katrina Blakemore, è autrice anche di un secondo romanzo, 'The Glutton', uscito negli Stati Uniti e in Inghilterra a settembre, che "si basa su un personaggio realmente esistito durante la rivoluzione francese: Tarare, un soldato che era famoso per il suo enorme appetito, si mangiava qualsiasi cosa, vetro, conchiglie, un libro molto divertente". 


    Film o serie in arrivo? "C'è stata qualche proposta per tutti e due i libri, ma non ne posso parlare" dice Blakemore che si divide tra la scrittura e il lavoro in ufficio. "Faccio ancora l'impiegata. La vita a Londra è molto cara. Ho scelto di firmarmi A.K. perché quando ho iniziato a scrivere non volevo che le persone al lavoro mi potessero trovare online e anche per mantenere separate le due identità. A.K. è colei che scrive e Amy Katrina è quella con cui si può uscire" dice mentre si tira su le maniche della camicetta e si vedono i tatuaggi che ha sulle braccia. Un terzo libro? "Quando si fa una cosa autentica come scrivere a volte è importante fermarsi. Ho comunque alcune idee e inizierò a breve. Due libri pubblicati a 32 anni è comunque un buon punto", afferma soddisfatta.

 

Nessun commento:

Posta un commento