martedì 6 febbraio 2024

REVIEW: GLI AGHI D'ORO DI MICHAEL McDOWELL, NERI POZZA

Michael McDowell

Gli aghi d’oro

Neri Pozza

Traduzione di Elena Cantoni
2024, pp. 540, € 14,90
Collana: Biblioteca Neri Pozza

«Accattivante, terrificante e assolutamente geniale... Chi ha letto gli altri libri di Michael McDowell amerà anche Gli aghi d’oro. È profondamente gratificante lasciarsi trasportare da un romanziere all’apice delle sue capacità»

Stephen King

Il libro

Nella New York del 1882 il Triangolo Nero era l'area dove ristagnavano il crimine e il vizio. Ma non è che nei quartieri perbene, o presunti tali, le cose andassero meglio.

Anno di Grazia 1882. New York festeggia il nuovo anno tra opulenza e miseria. Dalla sua dimora di Gramercy Park, il cinico giudice James Stallworth, affiancato dal figlio e dal genero, lancia la sua crociata: ripulire il famigerato Triangolo Nero, quartiere di bettole, bordelli, fumerie d’oppio e botteghe di ricettatori, su cui regna la feroce Black Lena Shanks col suo clan di donne versate nelle arti della crudeltà. Ma la sete di potere degli Stallworth dovrà misurarsi con la furia vendicatrice di Black Lena.
Con Gli aghi d’oro, Neri Pozza prosegue con la pubblicazione dei capolavori dell’autore di culto.

«Se vi manca la saga di Blackwater, fenomeno editoriale del 2023, questo libro è la vostra consolazione»
Laura Pezzino, Vanity Fair

«Gli aghi d’oro è uno di quei romanzi che devi solo divorare, uno di quei romanzi impossibili da lasciare andare che, una volta digeriti, ti lasciano il sapore delle potenti tematiche intrecciate a una storia impeccabile»
Mariana Enrìquez

«Accurato e ricco di dettagli, capace di ricordare per puntualità di ricostruzione storica Gangs of New York di Herbert Asbury, formidabile saggio del 1927 dedicato alla malavita newyorchese dell’Ottocento — dal quale Martin Scorsese trasse nel 2002 l’omonimo film — e anticipatore del crudo realismo della saga thriller de L’alienista di Caleb Carr, Gli aghi d’oro rivela un piglio e un fascino da nuovo classico del gotico»
Matteo Strukul - La Lettura

«Nel nuovo romanzo di McDowell torna quel senso di disagio che cresce al ritmo della scrittura. E tornano i grandi temi che solo a una lettura distratta sembrano restare sullo sfondo: il ruolo delle donne, vere protagoniste di ogni storia, i diritti dei neri, l’amore senza genere, la devastazione del pianeta»
Sara Scarafia - La Repubblica

Michael McDowell


Michael McDowell
(1950-1999) è uno scrittore americano che ha pubblicato oltre trenta romanzi e scritto per la televisione e il cinema (Beetlejuice e Nightmare before Christimas). 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Gli aghi d'oro, noir dell'autore morto nel 1999, è un affresco e una metafora. New York 1882, nella dimora di Gramery Park, il cinico giudice James Stallworth, affiancato dal figlio e dal genero, lancia la sua crociata contro il famoso Triangolo Nero. Un quartiere di bettole, bordelli, fumerie d'oppio e botteghe di ricettatori, su cui regna incontrastata la feroce Black Lena Shanks, con il suo clan di donne abili nelle arti della crudeltà.
 
Ma la sete di potere degli Stallworth dovrà misurarsi con la furia vendicatrice di Black Lena. Proprio nel Triangolo Nero, Michael McDowell raccoglie quella particolare miscela letteraria, volta a raccontare i grandi temi dell'animo umano come la colpa, il tormento, il castigo, la punizione. Gli aghi d'oro a differenza di Blackwater, sembra infiammarsi con vampa d'una scrittura che pare nutrirsi di sangue e vendetta, se è vero che l'intera trama ruota attorno ad una faida fra due famiglie: gli Stallworth e gli Shanks. 
 
Borghesi, facoltosi e assetati di potere i primi, capeggiati dal giudice repubblicano, James Stallworth, un uomo che applica la legge con inflessibile intransigenza, facendone un'arma. Mentre i secondi: criminali, calcolatori e implacabili, complice l'indiscussa leardeship di Black Lena, la capofamiglia, la donna vestita di nero, prima e più importante ricettatrice di ew York.
 
Ma nulla è come sembra in questo magnifico romanzo in cui chi sta dalla parte della legge è animato da un'atavica fede nel profitto personale e nel desiderio di dominio e chi accetta il crimine vi è costretto dall'assenza di regole e dai sorprusi subiti. 

In questa vicenda dalle tinte cupe e cruente, a brillare - sono soprattutto le figure femminili - affascinanti, manipolatrici, implacabili, a dimostrare come McDowell tratteggi una sorta di matriarcato oscuro. Gli aghi d'oro rivela un piglio e un fascino del nuovo classico del gotico.

 

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