lunedì 15 aprile 2019

RECENSIONE #31 VIAGGIO AL TERMINE DELLA NOTTE by LOUIS FERNAND CE'LINE - CORBACCIO



Viaggio al termine della notte

(Ferdinand Bardamu #1)

CORBACCIO EDITORE
Genere Classici
Collana I GRANDI SCRITTORI
EAN 9788863801729
Pagine 576
Formato Brossura


SINOSSI 

NUOVA VERSIONE DIGITALE: MARZO 2013. A ottant'anni dalla sua pubblicazione e a cinquanta dalla morte del suo autore, Viaggio al termine della notte si impone come il romanzo che ha saputo meglio capire e rappresentare il Novecento, illuminandone con provocatoria originalità espressiva gli aspetti fondamentali. «Céline è stato creato da Dio per dare scandalo», scrisse Bernanos quando nel 1932 il romanzo diventò un successo mondiale, suscitando entusiasmi e contrasti feroci. Lo «scandalo Céline», che dura tuttora, è la profetica lucidità del suo delirio, uno sguardo che nulla perdona a sé e agli altri, che ha il coraggio di affrontare la notte dell'uomo così com'è. L'anarchico Céline, che amava definirsi un cronista, aveva vissuto le esperienze più drammatiche: gli orrori della Grande Guerra e le trincee delle Fiandre, la vita godereccia delle retrovie e l'ascesa di una piccola borghesia cinica e faccendiera, le durezze dell'Africa coloniale, la New York della «folla solitaria», le catene di montaggio della Ford a Detroit, la Parigi delle periferie più desolate dove lui faceva il medico dei poveri, a contatto con una miseria morale prima ancora che materiale. Totalmente nuovo, nel panorama francese ed europeo, è stato poi il modo insieme realistico e visionario, sofisticato e plebeo con cui Céline ha saputo trasfigurare questa materia incandescente. Per lui, in principio, è l'emozione, il sentimento della vita: di qui l'invenzione di un linguaggio che ha tutta l'immediatezza del «parlato» quotidiano, capace di dar voce, tra sarcasmi e pietà, alla tragicommedia di un secolo. Questo libro sembra riassumere in sé la disperazione del Novecento: è in realtà un'opera potentemente comica, esilarante, in cui lo spettacolo dell'abiezione scatena un riso liberatorio, un divertimento grottesco più forte dell'incubo. Oggi il Viaggio, nella classica traduzione di Ernesto Ferrero, scrittore particolarmente attento al «colore» dei linguaggi, si offre a nuove generazioni di lettori con l'intatta freschezza di un «classico» che non finisce di stupire per la sua modernità.

 BIOGRAFIA



Louis-Ferdinand Céline


Born
in Courbevoie, France
May 27, 1894

Died
July 01, 1961

Genre

Influences

Louis-Ferdinand Céline, pen name of Dr. Louis-Ferdinand Destouches, is best known for his works Voyage au bout de la nuit (Journey to the End of the Night), and Mort à crédit (Death on the Installment Plan). His highly innovative writing style using Parisian vernacular, vulgarities, and intentionally peppering ellipses throughout the text was used to evoke the cadence of speech.
Louis-Ferdinand Destouches was raised in Paris, in a flat over the shopping arcade where his mother had a lace store. His parents were poor (father a clerk, mother a seamstress). After an education that included stints in Germany and England, he performed a variety of dead-end jobs before he enlisted in the French cavalry in 1912, two years before the outbreak of the First World War in 1914. While serving on the Western Front he was wounded in the head and suffered serious injuries – a crippled arm and headaches that plagued him all his life – but also winning a medal of honour. Released from military service, he studied medicine and emigrated to the USA where he worked as a staff doctor at the newly build Ford plant in Detroit before returning to France and establishing a medical practice among the Parisian poor. Their experiences are featured prominently in his fiction.

Although he is often cited as one of the most influential and greatest writers of the twentieth century, he is certainly a controversial figure. After embracing fascism, he published three antisemitic pamphlets, and vacillated between support and denunciation of Hitler. He fled to Germany and Denmark in 1945 where he was imprisoned for a year and declared a national disgrace. He then received amnesty and returned to Paris in 1951.
Kurt Vonnegut, Jr., Henry Miller, William Burroughs, and Charles Bukowski have all cited him as an important influence.

RECENSIONE

Viaggio al termine della notte, fu salutato come una grande rivelazione, grazie soprattutto al totale sconvolgimento dei canoni del linguaggio letterario, diventando lingua viva, parlata e disarticolata con arte geniale.

L'allucinata trama delle avventure che si narrano trova un suo filo conduttore in una truce filosofia della vita e nella totale assenza di fiducia nelle possibilità di riscatto dell'uomo dalle proprie infamie. Da allora Cèline, non fece che descrivere con crudele compiacimento la miseria fisica e morale.

Potremmo dire che sia stato il primo a intuire di quelle nature scomode e insieme necessarie alla cultura occidentale, Céline, Artaud, Pound, Gombrowicz, Bernanos, il ruolo di visionari, una grandezza da proteggere a tutti i costi. La violenza dello stile, come dirà Céline in un’intervista del ’57 alla televisione francese, è come la furia della cagna alla guida delle slitte in Antartico che scatena quando avverte prima degli altri cani della muta il crepaccio in cui potrebbero sprofondare tutti.

In questa funzione vitale di conservazione, diffusione, traduzione, e allo stesso tempo crescita parallela della parola che da materiale diventa quasi subito spirituale, corpo a corpo, senza risparmiarsi in colpi e in energia. Entusiasmi, tragedie personali impossibili da sopportare se non fatte diventare ossatura di un capolavoro.

I frammenti che compongono questo scritto, ma potremmo dire la stessa breve vita del suo autore morto ad appena sessantasette annai, sono la traccia visibile di quella eterna conversazione con ognuno di questi grandi spiriti, attraverso Francia, Germania, Italia, Spagna, epoche che vanno dal confuso dopoguerra all’ancora più confuso Sessantotto. Gli attacchi fra bande letterarie, il tema delle rivolte e dei generali, l’eterno gioco di seduzione fra uomini e donne. Folgorazioni che regalano al lettore uno squarcio, un frammento, di luce in un’epoca allora, come la nostra, vicina al crepuscolo.

L'originalità di maniera delle ultime opere sta a testimoniare la decadenza dell'artista e ancor più la grave caduta morale dell'uomo, che lo portò a fiancheggiare e a esaltare il nazismo. Travolto dalla disfatta tedesca, espatriò in Germania e poi in Danimarca, ottenendo il permesso di rientrare in Francia, dove riprese l'attività di medico, nel 1951.

Con una scrittura tesa, uno stile incalzante e a tratti una rigorosa documentazione storica, Viaggio al termine della notte, racconta il tragico destino di un uomo in trappola, ricostruendo sullo sfondo la vita quotidiana e il clima claustrofobico di un regime dominato da sospetti e delazioni, dall’ipocrisia della retorica e dei rituali, dalle regole disumane di un potere teso solo a conservare sé stesso.

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