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“L’Earth
Day (la Giornata della Terra) è la più grande manifestazione
ambientale del pianeta, celebrata ogni anno il 22 aprile, un mese e
due giorni dopo l'equinozio di Primavera.
Nata
nel 1970 per sottolineare la necessità di conservazione delle risorse
naturali terrestri, la Giornata della Terra è divenuta un importante
avvenimento educativo ed informativo, oggi coordinato dall’Earth Day
Network, organizzazione che si propone di creare, entro il 2020,
anno in cui ci celebrerà il 50esimo anniversario della manifestazione, una
rete globale di cooperazione ambientale senza precedenti.
In
occasione della Giornata Mondiale della Terra 2017, Neri Pozza
pubblicherà il libro di Amitav Ghosh “La grande cecità. Il cambiamento
climatico e l’impensabile”, nel quale lo scrittore, giornalista e
antropologo indiano affronta una delle questioni più importanti:
"Come
possono scrittori, studiosi e politici combattere l’incapacità collettiva
di affrontare il cambiamento climatico?”
LA GRANDE CECITÀ, Amitav
Ghosh
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IL
LIBRO - Nei primi anni del XXI secolo Amitav Ghosh lavorava alla
stesura de Il paese delle maree, il romanzo che si svolge nelle
Sundarban, l’immenso arcipelago di isole che si stende fra il mare e le
pianure del Bengala.
Occupandosi della grande foresta di mangrovie che le ricopre, Ghosh scoprì
che i mutamenti geologici che ciclicamente vi avvenivano – un argine poteva
sparire nell’arco di una notte, trascinando con sé case e persone – stavano
diventando qualcos’altro: un cambiamento irreversibile, il segno di un
inarrestabile ritrarsi delle linee costiere e di una continua infiltrazione
di acque saline su terre coltivate.
Che un’intera area sotto il livello del mare come le Sundarban possa essere
letteralmente cancellata dalla faccia della terra non è cosa da poco.
Mostra che l’impatto accelerato del surriscaldamento globale è giunto ormai
a minacciare l’esistenza stessa di numerose zone costiere della terra.
La domanda, per Ghosh, nacque perciò spontanea. Come reagisce la cultura e,
in modo particolare, la letteratura dinanzi a questo stato di cose? La
risposta è contenuta in questo libro in cui l’autore della trilogia della
«Ibis» ritorna con efficacia alla scrittura saggistica.
La cultura è, per Ghosh, strettamente connessa con il mondo della
produzione di merci. Ne induce i desideri, producendo l’immaginario che
l’accompagna.
Una veloce decappottabile – un prodotto per eccellenza dell’economia basata
sui combustibili fossili – non ci attrae perché ne conosciamo
minuziosamente la tecnologia, ma perché evoca l’immagine di una strada che
guizza in un paesaggio incontaminato; pensiamo alla libertà e al vento nei
capelli; a James Dean e Peter Fonda che sfrecciano verso l’orizzonte; a
Jack Kerouac e a Vladimir Nabokov. Questa cultura, così intimamente legata
alla storia del capitalismo, è stata capace di raccontare guerre e numerose
crisi, ma rivela una singolare, irriducibile resistenza ad affrontare il
cambiamento climatico.
Quando il tema del cambiamento climatico appare, infatti, in una qualche
pubblicazione, si tratta quasi sempre di saggistica.
La rara e fugace comparsa di questo argomento in narrativa è sufficiente a
relegare un romanzo o un racconto nel campo della fantascienza.
Che cosa è in gioco in questa resistenza? Un fallimento immaginativo e
culturale che sta al cuore della crisi climatica?
Un occultamento della realtà nell’arte e nella letteratura contemporanee
tale che «questa nostra epoca, così fiera della propria consapevolezza,
verrà definita l’epoca della Grande Cecità»?
Amitav Ghosh è nato a Calcutta nel 1956, ha studiato a Oxford e
attualmente vive tra la sua città natale e New York. Considerato «uno dei
più grandi scrittori indiani» (la Repubblica), per Neri Pozza ha
pubblicato: Il paese delle maree (2005), Circostanze incendiarie
(2006), Il Palazzo degli specchi (2007), Mare di papaveri (2008),
Il cromosoma Calcutta (2008), Lo schiavo del manoscritto
(2009), Le linee d’ombra (2010), Il fiume dell’oppio (2011) e
Diluvio di fuoco (2015).
«La leggerezza e l’agilità della scrittura di Ghosh riescono a mantenere
tutta l’urgenza e le ombre di qualcosa che non riusciamo davvero a
guardare: il destino dell’umanità».
Giorgio Agamben
«Una riflessione acuta, provocatoria e originalissima dalla penna di uno
dei più grandi scrittori indiani».
la Repubblica
«Sono rare le occasioni in cui uno scrittore sfoggia una comprensione così
feroce e una capacità narrativa tanto brillante da trasformare un soggetto
ben noto portandolo alla luce in questo modo».
Naomi Klein, autrice di No logo
Traduzione e cura
di Anna Nadotti e Norman Gobetti
Euro 16,50
208 pagine
EAN 9788854513372
COLIBRÌ
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