Titolo: Non fa più rumore
Autore: Elisa Gioia
Editore: Self Publishing
Prezzo ebook: €2.99
Genere: Romanzo contemporaneo
SINOSSI
Autore: Elisa Gioia
Editore: Self Publishing
Prezzo ebook: €2.99
Genere: Romanzo contemporaneo
SINOSSI
Ogni favola nasconde dei fantasmi. Riuscirò a lasciare andare il passato?
A volte la vita è scandita da alcune scelte. Io ho passato la mia a pagarne le spese per l’abbandono di mio
padre. Se n’è andato che avevo solo sette anni, mandando tutto in
frantumi e lasciando dietro di sé strascichi e tante domande senza
risposta.
Mi sono ripromessa di non permettere più a nessun uomo di interferire con la mia vita.
Sono diventata la cattiva ragazza, non sono una principessa da
salvare e tantomeno ho voglia e tempo da perdere in relazioni serie. Le mie regole sono semplici: una notte, nessuna replica, nessun coinvolgimento.
Fino a quando non ho incontrato Filippo e le ho infrante tutte.
Ognuno ha una storia da raccontare, questa è la mia.
RECENSIONE
Bea è una donna in fuga dai propri demoni. Non crea rapporti
stabili e duraturi, da molto tempo, ma solo legami dettati da un desiderio
fugace o dalla comodità, che gli consentono di preservarsi da qualunque
emozione e turbamento. L’assenza della figura paterna ha profondamente segnato
la sua vita. Il passato, è evidente, è tornato a bussare alla sua porta, e Bea
non può più fingere di ignorarlo. Deve finalmente affrontarlo.
Si trova al cospetto di un uomo che, inaspettatamente, vuole
sapere tutto delle sue esperienze, costringendola a confrontarsi con gli eventi
che hanno reso la sua vita una lunga fuga dai propri demoni: sempre la sua
esistenza.
È qui che si aprono le pagine più toccanti del romanzo di Elisa
Gioia che ritrae uno dei personaggi femminili meglio riusciti della narrativa
contemporanea. La vita vera, coi suoi sogni e le sue disillusioni, i suoi
trionfi e le sue cadute, i suoi «misteri della mente e del cuore», irrompe
nella letteratura attraverso la figura di Bea.
Una profonda perlustrazione della vulnerabilità dell’animo
umano.
La ragazza narrava le sue vicissitudini, le difficoltà
insorte, l’abbandono che l’aveva colta e dalla quale stava cercando di
districarsi, appigliandosi a ciò che ancora sentiva essere vivo in lei; Filippo,
nel vederla sofferente, si colpevolizzò per la propria miopia emotiva e un
intenso sentimento di compassione lo colse.
Eppure, sarebbe stato falso
negarlo, non riusciva a scindere un groviglio di sensazioni che, provenienti da
quel passato che sembrava ormai sepolto, intervenivano a inquietare anche quella
conversazione, turbandola per via dell’egoismo che sentiva in agguato. Erano
giunti con gradualità a quella ritrovata confidenza, superando barriere
reciproche, tanto che lui, in questo stupendosi per una certa audacia che non
riteneva di possedere, le aveva anche proposto di aiutarla ad elaborare un
“percorso”, per superare certe sue paure stantie. Lei aveva accettato e
arricchito la sua vita così lontana dai vecchi tentativi di ricordi di cicatrici
della sua anima.
Questo, che di per sé all’inizio era parso a Filippo solo
una stimolante revisione per opera di una mente femminile, adesso nutriva
riflessioni non facili da organizzare, che attenevano al rapporto tra lui e Bea,
che non era corretto definire solo un’amica, dal momento che tuttora gli
destava pensieri lascivi, forse ancora di più rispetto a quando, si era invaghito di lei in maniera sin troppo
idealistica. Ne avevano parlato, lui le aveva ricordato quanto soffrisse
nell’essere destinato al ruolo di confidente, quando lei gli raccontava le sue
peripezie sentimentali o, peggio ancora ,quando lei non raccontava, ma lasciava
intuire.
Da lì la situazione era degenerata, perché lui si era
dimostrato incapace di gestire le proprie emozioni, sebbene fosse cauto nel
giudicare le sue sensazioni, in perenne e caotico divenire. Non si riteneva più
ingenuo, aveva svelato a sé stesso il proprio lato lascivo, ma era difficile
stabilire, con certezza, quali sarebbero state le sue reazioni qualora si fosse
ritrovato, ora, immerso nelle medesime situazioni del trascorso di Bea. Di
sicuro il pensiero del sesso, pure per lui faccenda tutt’altro che risolta, non
“sporcava” alcun fantomatico amore romantico, e non si sentiva più così ferito
nell’ascoltare Bea accennare a storie che, comunque, implicavano l’idea del suo
corpo toccato da altri uomini, eventualità che un tempo gli avrebbe procurato,
oltre all’invidia, fitte al suo stomaco già traballante.
Filippo si
allontanava, ma non tanto perché non sopportavo quell’idea, alla quale si
era persino rassegnato, quanto piuttosto perché odiava quel continuo indagare
sul perché non potessi piacerti, su cosa volevi dire quando sostenevi che con
certe persone non si può andare oltre una bella amicizia. Mi sentivo ferito e
ingannato da te.
Al tempo stesso, però, provava per lei una forte
compassione, e questo miscuglio di sensazioni gli appariva assurdo. Ascoltava,
assorbiva quanto poteva per aiutarla, in alcuni casi provava a dirle qualcosa
che potesse lenire quel dolore riaffiorante, eppure si sentiva, a tratti,
estremamente egoista nel farlo, incapace di donarsi in modo incondizionato,
travolto dal dubbio che lo stesse facendo solo perché, nonostante tutte le
improbabilità del caso, voleva soddisfare con lei fantasie che gli si
proponevano in maniera dirompente. Non le nascondeva più nulla, anche se non
era facile spiegarle certi anfratti della sua mente, spalancare il proprio
intimo, ma sentiva che doveva farlo, che non poteva dissimulare.
In lui, era subentrata la consapevolezza che in un uomo
possono convivere istanze così apparentemente slegate. Se la figurava Bea, piangente
e sorridente, malinconica e sarcastica, casta e impudica, e ciò che più lo
stupiva era che queste qualità coesistevano, tanto che una sera, fantasticò a
lungo, immaginò un’unione tra i due corpi all’insegna della lascivia e della
gioia. Si sentì invaso dal desiderio, ma al tempo stesso un’aura di malinconia
inestirpabile sembrò disegnarsi attorno a lui.
Bea dovrà curare una volta per tutte questo blocco del suo passato,
pensò cercando di porre un distacco ironico tra sé e quello nello specchio, ma
l’ironia non funzionò, non più. Ora affrontava la vita con più consapevolezza.
Non fa più rumore di Elisa Gioia, ci ricorda in un modo
fresco e potente che: Una bella storia piena di poesia. Un romanzo che piacerà
davvero a tutti.
Elisa Gioia Autrice, sa mescolare una profonda perlustrazione
della vulnerabilità dell’animo umano con una trama commovente. Il suo talento sta nel riempire d’incanto
l’assenza e il desiderio struggente grazie a un’eccezionale capacità di
descrizione.
CITAZIONI DEL LIBRO
“Ho promesso a me stesso, soprattutto a te, di aiutarti, ma
mi manca poco, così poco, Bea, per mandare tutto a fanculo, perché non ho mai
desiderato nulla nella mia vita come desidero te.”
“Hai ragione su una cosa, non devi avere aspettative in
amore. Sarai sempre impreparata, perché l’amore non è ordinario o semplice. È
qualcosa di inaspettato, di… di folle. E non è vero che non vuoi fiori o cene a
lume di candela. Un giorno ti innamorerai e troverai un uomo da cui vorrai un
mazzo con il tuo fiore preferito, vorrai avere una canzone d’amore solo vostra,
e vorrai guardare con lui uno di quei film strappalacrime durante il quale lui
non smetterà di abbracciarti e di asciugarti le lacrime. Non sai di volere
queste cose, solo perché non hai ancora trovato finora l’uomo per cui valga la
pena venire fuori dall’angolino in cui ti sei nascosta.”
È scattato qualcosa dentro di me. Ho permesso alle mie
emozioni di prendere il sopravvento, dopo anni in cui sono riuscito a tenermi
alla larga da tutte le stronzate infiocchettate sull’amore. Ma non con lei, non
quando l’unica cosa che voglio fare è stringerla a me e farla diventare
un’estensione del mio corpo solo per poterla proteggere sempre.
Non sono in cerca del principe azzurro, né ho tempo per
stupidi giochetti come messaggini, fiori e cena…Il sesso è l’unica cosa che
offro, i giochetti da è l’Uomo Giusto li lascio alle altre… Non seguo la Regola
dei Tre Appuntamenti. Entro in un bar, adocchio qualcuno che non sembri uscito
da Jersey Shore e, dopo qualche drink e qualche battuta indecente sussurrata
all’orecchio, mi concedo una scopata. Alcune donne sanno gestire il sesso
occasionale e io sono una di queste. Non mi interessano le farfalle nello
stomaco, la casa con la staccionata bianca, né tantomeno le promesse che poi
non vengono mantenute.“
Eccitante. Seducente. Affascinante… Faccio scivolare lo
sguardo sulle sue spalle larghe e possenti, sui bicipiti flessi, sulle linee
dei muscoli scolpiti dell’addome. Mi mordo le labbra, con una irrefrenabile
voglia di passare la lingua su quelle linee e sulla V che intravedo e che
indica verso sud il jackpot, come la freccia luminosa che mi ritrovo sulla
maglia… Ora, sotto la luce del neon, riesco a vederlo meglio. Ha i capelli
castani corti fino alle orecchie, un po’ più lunghi sulla nuca dove immagino
già scorrere le mie dita mentre la sua testa è sprofondata tra le mie gambe.
Sento i suoi occhi penetrarmi intanto che continuo a studiare il suo volto
squadrato, la mascella punteggiata da un leggero accenno di barba. La pelle
sembra baciata dal sole, e gli zigomi pronunciati e quella bocca che vorrei
mordere tra i miei denti fanno da cornice perfetta agli occhi più incredibili
che abbia mai visto. Caldi, color whiskey, ombreggiati da lunghe ciglia nere.
Sono così intrappolata nel suo sguardo da vacillare sullo sgabello.
Ma la speranza, seppur supportata dall’amore incondizionato,
in un mare di inquietudine e di disperazione basterà?
Sono diventata la cattiva ragazza, non sono una principessa
da salvare e tantomeno ho voglia e tempo da perdere in relazioni serie. Le mie
regole sono sempre state semplici: una notte, nessuna replica, nessun
coinvolgimento. D'altronde non ho mai cercato il Principe Azzurro e non mi
sento nemmeno la Cenerentola di turno da salvare entro mezzanotte. La vita non
è un cartone dove basta cantare una canzoncina sui sogni. Non la mia.
"Pensi di poter tenere in pugno l'amore, invece lui fa
a pugni con il cuore ed è quasi sempre quest'ultimo a vincere."
Ognuno di noi ha cicatrici sparse per il corpo. Il più delle
volte sono le chiavi per capire come funziona la nostra testa, rendono la
nostra pelle come una vecchia mappa di ferite da decifrare. Quasi sempre le
ferite si rimarginano e diventano cicatrici, ricoperte di un tessuto
insensibile, indolore. Ma alcune no. Ci sono ferite che non cicatrizzano mai.
“Lo sai che stai
parlando di te e dell’orgasmo come se foste una coppia?” “Ne abbiamo passato
così tante assieme”
“É sfiancante alla lunga tenere tutti a distanza.” Mi stacco
subito da lui, come se mi stessi scottando. “Non lo è” ribatto.
Chi l’avrebbe mai
detto che dietro la sua corazza sexy e sfacciata si nasconda in realtà una
ragazza ferita, dal cuore danneggiato. E che io sia dannato, ma voglio cercare
di rammendarlo. Perché quando è entrata nel locale non ho sentito gli angeli
cantare. No, ci ho visto l’inferno, ma sono disposto a sfidare le fiamme pur di
farla mia.
Solo che Filippo é Shake e Shake é Filippo.
Sento il mio corpo rilassarsi e abbandonarsi tra le sue
braccia. Chiudo gli occhi e assaporo questo istante di pura felicità, questo
momento in cui tutte le emozioni non fanno più rumore.
“Ma so solo che ci si rialza, anche quando ti manca la terra
sotto i piedi e sei completamente a pezzi. Non so come si fa a uscirne, però
concediti di non essere invincibile, Bea. Arrabbiati, piangi, non fingere che
vada tutto bene e di essere imbattibile. Sei forte, tesoro. Sei una delle donne
più coraggiose che io conosca. Aver bisogno di qualcuno non ti rende meno forte,
ma solo umana.
E devi imparare a fidarti. Hai dimostrato che puoi vivere
senza di lui, ma vuoi davvero vivere senza di lui?”
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