È lo scenario più drammatico che si potesse osare immaginare: all’alba di giovedì 24 febbraio (le 4 in Italia), Vladimir Putin ha dichiarato guerra all’Ucraina. Ma anche al resto del mondo, che è avvertito: chiunque tenti di interferire con l’intervento militare russo subirà «conseguenze come non ne avete mai viste». Quasi in contemporanea, il primo allarme da Kiev, dove sono state sentite cinque grosse esplosioni. E poi Odessa, Kharkiv, Mariupol a Sud del Donbass e in altre città del Paese che Putin - ora è tragicamente chiaro - Mosca non ha mai accettato di vedere libero. Da Washington, il presidente Joe Biden ha condannato questo «attacco non provocato e non giustificato», per il quale gli Stati Uniti e i loro alleati «chiederanno conto alla Russia». «Questa - ha scritto su Twitter il primo ministro belga Alexander De Croo - è l’ora più buia per l’Europa dalla Seconda guerra mondiale».
Dopo qualche spiraglio di accordo, la situazione è precipitata all’alba
del 24 febbraio quando il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato
in diretta tv l’avvio delle operazioni militari in Ucraina, in difesa dell'indipendenza posticcia delle due repubbliche auto-dichiarate di Donetsk e Luhansk, nella regione drl Donbass.
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