Le confessioni
EINAUDI
Il libro
Non è
un’autobiografia, non è un trattato filosofico, non è da interpretare
come pura teologia o sola mistica: eppure, dopo la Bibbia, Le confessioni di
Agostino sono il libro piú letto, commentato, amato e odiato dal V
secolo ai giorni nostri. Secondo le piú avanzate ipotesi degli studiosi,
Le confessioni possono essere considerate una magistrale sceneggiatura nella quale si potrà leggere il percorso di un Bildungsroman,
intercalato da grandiose digressioni. Il commento di Maria Bettetini,
pubblicato per l’edizione della “Biblioteca della Pléiade” e qui
rivisitato, offre al lettore alcune chiavi storiche e culturali per
comprendere pienamente il testo, proposto nella classica traduzione di
Carlo Carena.
Con la cronologia della vita e delle opere e la bibliografia essenziale.
RECENSIONE
Verso il 400 d.C., da qualche anno ormai vescovo di Ipponia (nell'odierna Algeria), Aurelio Agostino, convertitosi alla fede cristiana dopo una giovinezza tempestosa trascorsa nella nativa Tagaste, a Cartagine, a Roma, a Milano, scrive Le Confessioni. Sono tredici libri di analisi interiore, dove le memorie autobiografiche evocate con spontanea e vibrante sincerità, si intersecano con le preghiere, le meditazioni, le interpretazioni filosofiche e la sublime contemplazione delle cose eterne.
Perciò il capolavoro del Santo, il più illustre tra i Padri della Chiesa, non è soltanto una confessione drammatica dei propri peccati e miserie, ma anche un cantico di lode alla grandezza e alla misericordia divina. Agostino quando parla di sè, lo fa perchè parla di Dio: il senso concreto e vivo della propria esistenza, con la rievocazione dell'ambiente, delle letture, dei traviamenti, degli incontri, delle persone a lui care, tra cui vigile e amorosa la madre Monica, si illumina nella luce di Dio.
Nel libro X, con cui inizia il vero e proprio lavoro di introspezione. I primi nove libri sono infatti un racconto del passato, la cronaca anteriore alla conversione e alla morte della madre; ma dal libroX il Santo comincia a scrutare nel suo intimo, prescindendo dalle vicende esterne, e rappresenta la sua ansia tesa alla ricerca e alla definizione di Dio. Lo ritrova infine dentro di sè, ma di fronte alla sua illuminante presenza, nell'animo di Agostino si insinua anche l'accorato rimpianto per il tempo trascorso nella cecità e nell'errore.
Citazione del libro
"Più profonda misericordia avrai di colui, del quale avesti misericordia, userai misericordia a colui, verso il quale fosti misericordioso". (E' un pensiero citato dalla lettera di S. Paolo ai Romani, che lo riprende da un passo dell'<<Esodo>> (33, 19) dove il Signore parla a Mosè).
"Non una bellezza corporea, nè una grazia temporale (contingente, transitoria): non lo splendore della luce, così caro a questi occhi, non le dolci melodie delle cantilene d'ogni tono, non la fragranza (profumo) dei fiori, degli unguenti e degli aromi, non la manna (Cibo dolce e gradevole. Secondo il racconto biblioco, cadde miracolosamente dal cielo nel deserto per nutrire gli Ebrei affamati e fuggitivi (Esodo,16, 31).
GUIDA
1. Quando ama Dio, Agostino ha l'impressione di amare una sorta di luce e voce e odore e cibo: quali caratteristiche il Santo riscontra per ognuna di queste sensazioni?
2. In quale successione appaiono le interrogazioni rivolte da Agostino per sapere chi sia Dio?
3. Secondo Agostino, chi è e come si comporta il servo più fedele a Dio?
4. Agostino dove cercava erroneamente Dio? Quando invece egli si accorge di essere <<chiamato>> da Dio, dove sente la forza dolce e prepotente di tale voce?
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