PERCHE' LA <<PROMESSA>> SI E' INFRANTA?
UN ROMANZO CHE RACCONTA UNA FAMIGLIA (E UNA NAZIONE) DOPO LA SEGREGAZIONE.
Caterina Giuseppa Buttitta
Damon Galgut
La promessa
EDIZIONI E/O
novembre 2021, pp. 288
Traduzione: Tiziana Lo Porto
Area geografica: Letteratura sudafricana
Collana: Dal Mondo
Euro 18,00
Il libro
VINCITORE DEL BOOKER PRIZE 2021
Selezionato dalla redazione del New York Times
«Complesso, ambizioso e brillante».
Financial Times
«Uno dei migliori libri dell’anno».
The Times (Regno Unito)
«Sbalorditivo».
The Guardian
«Un’allegoria delle più vaste debolezze di una nazione».
The Irish Times
«Semplicemente, dovete leggerlo».
Claire Messud, Harper’s Magazine
Una saga familiare moderna che poteva arrivare solo dal Sudafrica, scritta in splendida prosa dall’autore vincitore del Booker Prize, Damon Galgut. Perseguitati da una promessa non mantenuta, dopo la morte della madre i membri della famiglia Swart si perdono di vista. Alla deriva, le vite dei tre figli della donna procedono separatamente lungo le acque inesplorate del Sudafrica: Anton, il ragazzo d’oro amareggiato dal potenziale inespresso che è la sua vita; Astrid, il cui potere sta nella bellezza; e la più giovane, Amor, la cui vita è plasmata da un nebuloso senso di colpa. Ritrovandosi per quattro funerali nel corso di tre decenni, la famiglia in declino rispecchia l’atmosfera del paese: un’atmosfera di risentimento, rinnovamento e infine di speranza.
La promessa è un dramma epico che si dispiega al ritmo dell’incessante marcia della storia nazionale, che i lettori di Galgut ameranno di certo e che ne incanterà di nuovi.
L'autore
Damon Galgut
Il romanzo del 2003 di Damon Galgut, The Good Doctor, ha vinto
il Commonwealth Writers Prize (per l’Africa) ed è stato selezionato per
il Man Booker Prize. Nel 2011 le Edizioni E/O hanno pubblicato In una stanza sconosciuta, selezionato per il Man Booker Prize, e nel 2014 Estate artica. Nel 2013 Galgut è stato inserito nell’American Academy of Arts and Letters. Vive a Città del Capo, in Sudafrica.
Recensioni
- Ecco come (non) vivere eternando il privilegio
— Il Sole 24 Ore, 23 gennaio 2022 - La promessa si è infranta L' apartheid non finisce mai
— Corriere della Sera - La Lettura, 9 gennaio 2022 - Galgut e i tempi nuovi della narrativa africana
— Avvenire, 7 gennaio 2022 - Una famiglia chiamata Sudafrica
— L'Espresso, 5 dicembre 2021 - La stagione d'oro delle culture del continente. Ecco chi sono i vincitori e che cosa raccontano
— Corriere della Sera - La Lettura, 5 dicembre 2021 - Basta una «Promessa» a cambiarci la vita
— Il Giornale, 6 novembre 2021
RECENSIONE
La promessa del romanzo è quella che Rachel Swart, una donna bianca che sta per morire, fa fare al marito: donare a Salome, la domestica nera che l'ha curata fino all'ultimo, la misera <<casetta fatiscene>> in cui vive nella loro fattoria. Una promessa che sarebbe rimasta segreta, disattesa, se Amor, la figlia più piccola degi Swart, una ragazzina speciale, che a sei anni era stata colpita da un fulmine, non l'avesse ascoltata e nel tempo, nonstante i continui rinvii, ricordata e sollecitata.
La storia si svolge nel Sudafrica del 1986, quattro anni prima della Liberazione di Nelson Mandela. Da lì si avvia, La promessa di Damon Galgut (e/o), romanzo che è valso all'autore il Brooker Prize 2021, in quello che è stato l'anno d'oro per la letteratura africana.
L'opera è una saga familiare che, inseguendo quella promessa, attraversa il primo trentennio del Paese post-apartheid. La promessa del titolo, spiega Damon Galgut è quella degli Swart, ma è anche quella mancata del Sudafrica.
Di recente il Sudafrica è tornato nelle cronache per avere identificato Omicron, variante del Covid, e poi la perdita, il 26 dicembre di un simbolo dell'apartheid: l'arcivescovo Desmond Tutu, Nobel per la Pace nel 1984.
Perchè la <<promessa>> si è infranta?
Il partito che guida il Paese dal 1994, partito che fu di Mandela, quando salì al potere trovò una situazione terribile. Il partito avrebbe avuto la credibilità morale per avviare una sorta di programma socialista, in cui le priorità fossero istruzione e alloggio, ma mancò una visione. Si preferì investire nell'acquisto di armi per la difesa del Sudafrica. Eppure non c'era la guerra. La <<cultura>> di sviluppare progetti che non servono alla gente, ma ai politici per mungere denaro, è proseguita e diventata sempre più radicata. Quindi ora abbiamo un divario tra ricchi e poveri tra i più gravi del mondo.
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