lunedì 16 ottobre 2023

1963, 1973, 1983 LESSICI FAMILIARI. I TRE ANNIVERSARI

Era il 1963: Lessico famigliare; Caro Michele  nel 1973; La famiglia Manzoni nel 1983. Le incursioni di Natalia Ginzburg nella pubblicazione di SandraPetrignani, per Neri Pozza, in quel nucleo di affetti, relazioni, segreti, sono state acute e sempre diverse per le prospettive scelte. Il punto di partenza è il meraviglioso Lessico, narrazione del microcosmo famigliare della scrittrice, in cui risuonavano parole come <<sempi>> e <<sbrodeghezzi>>, <<potacci>>e <<malagrazie>> a certificare l'ossessione degli adulti, ma anche a cristallizare un modo di dire che <<ci farebbe rinascere l'uno con l'altro, noi fratelli, nel buio di una grotta, fra milioni di persone>>.

Uno spaccato che va dal 1925 agli anni Cinquanta. Cesare Garboli scrisse che si entra nel libro <<a quattro zampe, con gli occhi ancora ciechi dei gattini>> per essere poi messi di fronte alle prepotenze del regime, alla tempesta della guerra e delle persecvuzioni razziali.

Dieci anni dopo, con il romanzo epistolare Caro Michele, la scena è cambiata: c'è stato il '68, il lessico è ridotto a una comunicazione piatta, reticente. Le parole dividono i personaggi che ruotano attorno a Michele, ventenne della ricca borghesia romana su cui soffiano i venti rivoluzionari degli anni Settanta, e la sua famiglia sfilacciata che Natalia Ginzburg racconta con un misto di pena e paura. Le lettere sono l'ultimo cordone che lega un figlio in fuga da tutto e una madre che per lui prova un rancore sordo ma da cui non riesce a staccarsi.

E' ancora famiglia dieci anni dopo: nel 1983 la ricostruzione meticolosa, attraverso documenti, lettere, testimonianze di La famiglia Manzoni, mette fuori dal centro la figura dell'autore dei Promessi Sposi incrociandola con congiunti e protagonisti dell'epoca, da Cesare Beccaria, a Monti, Foscolo, d'Azeglio. <<Non volevo che fosse visto di profilo e di scorcio, e mescolato in mezzo agli altri, confuso nel polverio della vita giornaliera. E tuttavia egli domina la scena; è il capo-famiglia; e gli altri certo non hanno la sua grandezza>> spiega nell'introduzione. Non un romanzo, non un saggio, ma una narrazione ibrida e originale che alcuni critici, come Giovanni Raboni, considerano la sua opera migliore.

Nessun commento:

Posta un commento