venerdì 20 ottobre 2023

Per entrare nei meandri del discorso e della mente di Laclos abbiamo intervistato la sua traduttrice, Cinzia Bigliosi.

Per entrare nei meandri del discorso e della mente di Laclos abbiamo intervistato la sua traduttrice, Cinzia Bigliosi.

Laclos: insomma, che idea aveva della donna? Qual è il profilo della donna all’epoca di Laclos?

Nell’opera di Laclos la società rappresentata è diretta propaggine dell’ideale collettivo nato nel Seicento, quando salotti e Preziosismo avevano scrollato la condizione femminile dalla passività che l’aveva soffocata fino ad allora, per trasformarla in un movimento filosofico, letterario e anche mondano, almeno per le classi più agiate. In Laclos le figure femminili fondamentali sono emblematiche, hanno quasi sempre la parola, ricorrono a comportamenti astuti quanto eleganti, conducono la conversazione, non rinunciano al mondo, ma lo seducono dominandolo. Dalle lettere che scrive alla moglie a proposito di loro figlia, Laclos insiste per la liberazione da tutto questo, la donna/figlia deve studiare, coltivarsi, prendere in mano le redini del gioco. 


Perché Laclos sente la necessità di ‘educare’ la donna, a cosa le educa (o diseduca)?

Laclos scrive Delle donne e della loro educazione (qui reso con Maledette!) nel 1783 per provare a difendersi dalle accuse che gli erano state rudemente rivolte l’anno prima all’uscita di Les liaisons dangereuses. Allora il successo era stato immediato, così come l’accusa di alta immoralità per come aveva ritratto le donne. Deluso e amareggiato, in occasione del Discorso all’Académie Laclos scrisse Maledette! per cercare di riposizionarsi, almeno come moralista.

Come si concilia questo saggio con le Relazioni pericolose?

Nella società rappresentata in Le relazioni pericolose pare non esserci nessuna possibilità reale di educare le donne: le madri sono assenti, lontane anche fisicamente, instupidite dalla mondanità che le accieca; le figlie di ogni ceto sono mandate a balie appena nate, le più fortunate cresciute in convento dal quale escono senza nessuna misura né cautela che le protegga dalla vita sociale che le aspetta. Abbagliate dalla corte che si muove divertita e mascherata della più fallace autenticità, le fanciulle si perdono, cadono. Se Le relazioni rappresentavano la società come un teatro crudele, il Discorso di Maledette! è l’urlo di libertà atto a spingere la donna finalmente fuori dall’ordine sociale oppresso dalla corruzione, per trasformarla in una donna nuova e naturale, svicolata dal giogo del contratto sociale di cui è schiava.

Malizia e rinuncia, verginità e lussuria, intrepida crudeltà e smaliziata onestà: in Laclos convergono i contrari, agisce il conflitto, la donna che inebria perché inafferrabile: è così?

È anche così. Se infatti le lettere che compongono Le relazioni pericolose sono perlopiù lo specchio dell’animo femminile, è evidente che per Laclos la donna è tutto. Nella sua complessità il femminile contiene ingenuità e perversione, affabilità e dominio. Nel romanzo la perversione ha la meglio, ma alla fine la giustizia vince distruggendo tutto, esattamente come farà da lì a breve la Rivoluzione francese che sta arrivando alle loro spalle.

Chi è Laclos, qual è la sua lingua, quali i perigli, gli appigli, le difficoltà nel tradurlo?

Per quanto riguarda l’aspetto prettamente linguistico, il francese di Laclos è preciso, affilato come il suo pensiero. Per chi si accinga a tradurne i testi i margini sono limitati, le sfumature quasi sempre obbligate, e per fortuna. Quando tradussi per l’editore Feltrinelli Le relazioni pericolose, mi resi conto delle insidie di una scrittura solo apparentemente fluida e lineare che riusciva a creare, senza mai appesantirsi, un gran numero di voci e toni diversi per altrettanti protagonisti, tutti così lontani tra loro per indole e natura. Ad un’analisi di natura metalinguistica, le cose si complicano e il linguaggio di Laclos si fa insidioso, ambiguo. Ricordo che lo scrittore era prima di tutto un militare e uno stimato e sapiente ghost-writer politico. Si raccontava che, dopo essere stato segretario del Duca d’Orléans e protetto di Danton, scrivesse i discorsi a Robespierre. Documenti all’epoca segreti hanno svelato un Laclos incline a spregiudicatezze che, negli scritti ufficiali, non erano così evidenti.

Nessun commento:

Posta un commento