giovedì 12 ottobre 2023

IL FUTURO DELLE CITTA' - LA LETTERATURA AFFRONTA INTEMPERIE - LA FINE DELL'UMANITA'

 

Il futuro delle città 

La guerra in Ucraina, i recenti flussi migratori dall'Est e quelli più antichi dal Sud del mondo, lo choc energetico, la crisi ambientale e a tenuta del tessuto sociale preoccupano fronte e frontiera di ogni allarme. 

LA LETTERATURA AFFRONTA INTEMPERIE

Non si tratta più di rappresentare fedelmente la realtà, bensì di rispettarne le correnti intrinseche per interpretarla onestamente, con parole incondizionate. Due titoli che stigmatizzano, agli antipodi, il disorientamento del presente: se il volume del generale Roberto Vannacci è assimilabile ad una lunga e convulsa opinione, di Benedetta Tobagi, non è trascurabile la finalità morale e quasi testamentaria "La Resistenza delle donne (Einaudi)". In sostanza, vicino alla sbornia verbosa di Vannacci, il saggio terapeutico di Tobagi si riduce a un "wishful thinking" per dirla all'anglosassone.

Perdere il fuoco significa perdere il senso. Ma come è possibile sopravvivere senza un motivo, un fondamento che ci animi?

La vita umana, quando perde il fuoco, è destinata a diventare fredda come la morte. Nell'immaginario collettivo, quando pensiamo all'inferno lo immaginiamo come un luogo incandescente dove il fuoco fa da padrone. Il fuoco, invece, è l'espressione più alta della vita, non della morte. Se dovessimo trovare un'immagine più coerente con l'inferno dovremmo dire invece che è un luogo dove manca il fuoco, dove tutto è freddo, senza nessun colore, senza nessuna passione. Questa nostra epoca sembra aver smarrito il fuoco. Il problema non è essere infelici, ma capire cosa ci racconta la nostra infelicità.

LA FINE DELL'UMANITA'

Viene da chiedersi, di questi tempi, che ne è di questo viaggio attorno all'essere umano.

Ci interessa ancora l'umanità nella complessità e varietà delle sue forme?

Oppure viviamo una sorta di <<fine dell'umanità>>, una crisi profonda del progetto umanistico che sfocia, non a caso, nel risorgere di ideologie e prospettive razziste o comunque particolaristiche? Quanto incide la mancanza di curiosità e di strumenti per conoscere le varie umanità nella crescita di questo tsunami di odio vero l'altro a cui assistiamo attoniti ogni giorno?

Coltivare l'umanità richiede un preliminare interesse verso gli altri che sembra mancare quasi del tutto in quest'epoca di fine umanità.  Nell'epoca della fine dell'umanità abbiamo ben poche certezze su cosa ci sia al cuore  dell'umanità, sappiamo però che coltivare le relazioni e l'interesse per gli altri, umani e non umani, è un buon modo per uscirne. Siamo esseri eccentrici, tracciamo confini per poterli oltrepassare.

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