martedì 17 ottobre 2023

CONFRONTI: DOSTOEVSKIJ E TOLSTOJ. LE RAGIONI DEL DUALISMO CON TOLSTOJ

Provate a chiedere ad un uomo se preferisce Tolstoj o Dostoevskij da leggere? 

La differenza si nota subito: Si potrebbero distinguere due strutture psichiche, due tipi d'anima, uno predisposto ad accogliere lo spirito tolstoiano, l'altro lo spirito dostoevskiano. La scelta consegna la nostra immaginazione all'una o all'altra di due interpretazioni del destino umano, del futuro storico e del mistero di Dio che sono radicalmente opposte. 

Un confronto, insomma, in cui si scontrano due antitetici sistemi di pensiero, due diverse vsioni della vita, della religione e della maniera di svelare le parti più nascoste della realtà. 

MA PERCHE' PROPRIO DOSTOEVSKIJ E TOLSTOJ?

Perchè non mettere a confronto l'autore di Delitto e Castigo con altri romanzieri ottocenteschi come Honorè de Balzac o Charles Dickens? Nessuno è riuscito a dipingere un quadro così completo della vita dell'uomo attraverso la descrizione della sua dimensione quotidiana ed eroica come Tolstoj o della sua anima esplorandone le pieghe più profonde e sotterranee come Dostoevskij.

In questi romanzieri che pur scrivendo nella stessa lingua e nello stesso periodo, vissero senza mai incontrarsi, l'impulso creativo e quello teso alla conoscenza sistematica. Alla stessa maniera, la loro debordante energia li ha spinti a plasmare opere d'imponente vastità: la taglia dei romanzi, l'abbondanza dei personaggi, il pullulare delle idee esprimono la potenza della loro visione del mondo. 

Si tratta di una dualità in cui trovano posto due concezioni opposte della lettertatura. Dostoevskij è un romanziere tragico, Tolstoj epico. Da una parte, la tradizione shakespeariana, in cui il senso del tragico della vita, inteso nel vecchio modo, è completamente rinnovato. Dall'altra, la rinascita dell'epica omerica e il ritorno ... di forme che erano scomparse nella poetica occidentale dai tempi di Milton.

Dostoevskij esprime con chiarezza il suo entusiasmo per William Shakespeare, lo considera un profeta inviato per svelare i misteri dell'animo umano. Inoltre, la concezione del tempo dell'autore russo è tipicamente teatrale: concentrare un gran numero di azioni e di sviluppi in un arco cronologico molto limitato, racchiudere in una sola giornata gli avvenimenti principali dell'Idiota, in meno di quarantott'ore le vicende dei Demoni e in soli cinque giorni con l'esclusione del processo, il racconto dei Fratelli Karamazov, significa far coincidere il rapido ritmo del racconto con la velocità della creazione, la scrittura dell'Idiota, per esempio, trova il suo compimento in poco più di tre settimane. Dostoevskij, in effetti, costruisce i suoi romanzi come tragedie e i suoi personaggi vengono presentati come eroi tragici che commettono dei crimini.

Ma è nella concezione stessa dell'essere umano che Dostoevskij si differenzia da Tolstoj: affascinato dalla presenza del male e della perversione, concentra la sua attenzione sui conflitti interiori dei protagonisti che, come in una scena teatrale, vengono lasciati al totale arbitrio dell'imprevedibilità dell'azione. E nonostante la centralità di Cristo, Dostoevskij non ha mai nascosto il suo tormento sull'esistenza di Dio, a tal punto che si percepisce in lui la mistica pura che non ha equivalenti nella concezione religiosa di Tolstoj. Un confronto ricco di spunti e di riflessioni. Ma privo di una risposta finale: lasciò al lettore la scelta personale tra l'uno o l'altro dei due grandi romanzieri.

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